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“Un anno da ricordare” – La recensione

Randall Wallace si avvale di due grandissimi attori per raccontare le avventure di Secretariat, uno dei cavalli più famosi d’America.
A cura di Ciro Brandi
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anno

Randall Wallace firma la regia di questo godibilissimo film drammatico/sportivo, il cui titolo originale è “Secretariat”. E’ uscito nelle sale americane nell’ottobre del 2010. I protagonisti fanno parte dell’Olimpo di Hollywood: la splendida Diane Lane è Penny Chenery, proprietaria del cavallo, mentre John Malkovich interpreta l’eclettico Lucien Laurin, l’allenatore che porterà l’animale a livelli inauditi.

La pellicola è basata su una storia vera. Penny Chenery, casalinga e madre della giovane Kate (AJ Michalka), alla morte della madre e con il padre affetto da una malattia degenerativa, eredita un allevamento di cavalli in Virginia, le scuderie Meadow. Andando contro il volere di suo marito e di suo fratello, i quali vorrebbero vendere l’allevamento al miglior offerente, Penny terrà le scuderie e vedrà nascere uno splendido puledro, che chiamerà Red. Contro ogni previsione, la donna, aiutata dal migliore allenatore su piazza, Lucien Laurin, riuscirà ad imporsi in un settore sportivo dominato dagli uomini, portando Secretariat a stabilire record tutt’oggi imbattuti.

La Disney dedica il suo nuovo film al mondo dello sport, proprio come ha fatto la DreamWorks tempo fa con l’ottimo “Seabiscuit – Un mito senza tempo” e “Dreamer”.  In cabina di regia abbiamo una garanzia: Wallace è il regista de “La Maschera di ferro”(1998), “We were Soldiers” (2002) e sono sue le sceneggiature di “Braveheart”(1995) con Mel Gibson, per la quale fu candidato all’Oscar, e “Pearl Harbor”(2001). Il suo tocco elegante, leggero e di gran classe è chiaramente visibile sin dalle prime scene di “Un anno da ricordare”. La trama e le scelte registiche non seguono i soliti clichè disney, un pò retorici e melassi, ma Wallace preferisce indugiare sul dramma e sulla riscossa, con i conseguenti successi, della protagonista Penny.

Trattandosi di una storia vera, la pellicola non contiene molti colpi di scena, ma prosegue in maniera lineare e, forse troppo, prevedibile. Regia, fotografia e sceneggiatura sono confezionate alla grande. Ovviamente la curiosità è stimolata anche dal fatto di veder insieme Diane Lane e il mitico John Malkovich. Entrambi sono favolosi nel dar vita, e voce, a due personaggi davvero ben descritti e affascinanti. Le imprese dello splendido esemplare che incarna Secretariat, denominato “Big Red” all’epoca dei fatti,  cioè all’inizio degli anni Settanta, sono estremanente coinvolgenti, e ancora oggi è secondo in classifica tra i migliori 100 cavalli da corsa americani dello scorso secolo. Il periodo storico (i movimenti pacifisti, la guerra in Vietnam, ecc..) è solo accennato, fa da sfondo , e non intacca il plot originario, forse per non rendere il tutto pesante e confuso.

Molto piacevole è la canzone che fa da colonna sonora alla pellicola, “It’s who you are”, cantata da AJ Michalka, cantante delle 78violet, che nel film interpreta il ruolo della figlia di Penny, Kate Tweedy. Un film senza pretese, piacevole e spensierato.

Voto: 6

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