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100 anni fa nasceva Ingrid Bergman, la diva che conquistò Hollywood e il cinema italiano

Il 29 agosto 1915 nasceva a Stoccolma la grande diva, che conquistò le platee con pellicole come l’immortale “Casablanca” e “Notorious” di Alfred Hitchcock. Elegante, magnetica, di immenso talento, fu protagonista di un amore scandaloso con il nostro Roberto Rossellini, cui regalò tre figli e alcuni dei suoi ruoli più belli. Dopo una luminosa carriera e tre Oscar, è mancata nel 1982, proprio il giorno del suo compleanno.
A cura di Valeria Morini
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Il 29 agosto del 1915, esattamente 100 anni fa, nasceva Ingrid Bergman, una delle dive più talentuose, affascinanti e iconiche di tutti i tempi. Una bellezza svedese capace di conquistare prima Hollywood e poi il cinema italiano (grazie al sodalizio sentimentale e artistico con il nostro Roberto Rossellini), protagonista di una luminosa carriera impreziosita da un impressionante numero di ruoli indimenticabili nonché da tre premi Oscar. Statuaria, magnetica, dotata di un'eleganza oggi forse introvabile, Ingrid ci ha regalato eroine di capolavori immortali che hanno fatto la storia del cinema, da "Casablanca" a "Notorius", da "Viaggio in Italia" ad "Anastasia". Fino alla sua morte prematura e dolorosa: per una crudele ironia della sorte, è mancata proprio il giorno del suo compleanno, il 29 agosto 1982, portata via da un cancro al seno.

Dagli inizi in Svezia alla conquista del cinema americano

Nata a Stoccolma, la Bergman studia teatro e a soli 19 anni conosce Peter Lindstrom, che la presenta a un dirigente dell'industria cinematografica svedese e poco dopo diventa il suo primo marito. Una manciata di film in madrepatria ("intermezzo", "Senza volto") le bastano per farla notare a Hollywood. Ingrid sbarca in America come già aveva fatto la sua conterranea Greta Garbo, la "divina"; la sua carriera sarà però molto più longeva e fortunata. Dopo "Il dottor Jekyll e Mr. Hyde", la grande occasione arriva con "Casablanca" di Michael Curtiz, in cui recita al fianco di Humphrey Bogart. Quello che doveva essere un melodramma con sfondo bellico a basso costo diventerà un classico immortale della storia del cinema, uno dei film più amati e citati di sempre. Seguono "Per chi suona la campana", che le fa guadagnare la sua prima nomination agli Oscar, e "Angoscia", che invece le frutta la sua prima statuetta. Non poteva non notarla il grande Alfred Hitchcock, che la elegge a sua attrice favorita in una serie di indimenticabili pellicole: "Io ti salverò", "Notorious", "Il peccato di Lady Considine". Nel destino di Ingrid, però, c'è un regista italiano di nome Roberto Rossellini.

Quando Ingrid "tradì" Hollywood con Roberto Rossellini

Nel 1945, il capolavoro neorealista "Roma città aperta" di Rossellini arriva negli Usa ed è un successo clamoroso. Se ne innamora anche la Bergman (curiosamente, il sadico nazista della pellicola porta proprio il suo stesso cognome!) che, dopo aver visto anche il successivo "Paisà", decide di scrivere al regista una lettera passata alla storia: "Se ha bisogno di un'attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo "ti amo", sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei".

Nasce così uno dei sodalizi più celebri e chiacchierati della settima arte. L'attrice cambia nuovamente terra, arriva in Italia e lavora in diverse pellicole dell'autore romano: "Stromboli", "Europa '51", "Viaggio in Italia", "Giovanna d'Arco al rogo", alcuni corti di film a episodi. La svolta italiana della diva ha gli effetti di un terremoto: lei e Rossellini s'innamorano, lui lascia la compagna Anna Magnani, Hollywood s'indigna e la chiama "traditrice", il gossip infiamma. La coppia si sposa nel 1950 e ha tre figli, Roberto (detto Robertino) e le gemelle Isabella (oggi grandissima attrice) e Isotta Ingrid.

Il ritorno negli Usa

Già nel 1956, però, la diva torna al cinema americano, che la "perdona" e le offre un ruolo in grado di regalarle il secondo Oscar, in "Anastasia". Se il legame con Rossellini si rompe (si risposerà per la terza volta con Lars Schmidt), la carriera prosegue proficua praticamente fino alla sua precoce scomparsa. Nel 1974, arriva addirittura il terzo Oscar per "Assassinio sull'Orient Express", in un ruolo così piccolo che lei stessa si scuserà con le colleghe nominate nel discorso di ringraziamento. A coronare definitivamente un percorso straordinario, è la sua prima e unica collaborazione con il concittadino e quasi omonimo Ingmar Bergman, nello struggente "Sinfonia d'autunno". A 67 anni esatti, Ingrid se ne va, con la classe che l'ha contraddistinta per tutta la vita. E resta indimenticata, perla preziosa di un cinema che non c'è più.

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