25 anni fa usciva “Così fan tutte”, il film di Tinto Brass con Claudia Koll
Il 21 febbraio 1992, usciva “Così fan tutte”, la commedia erotica del maestro del genere, Tinto Brass. Il regista assoldò l’allora poco nota Claudia Koll, per raccontare la storia di Diana, una commessa di Roma sposata con un uomo che la ama alla follia, ma ciò non basta a frenare i suoi impulsi sessuali. Spinta da una collega, la donna si concede varie scappatelle, raccontandole a suo marito e facendogli credere che siano solo fantasie. L’uomo, però, si accorgerà che quelle storie sono tutte vere e la lascerà per un periodo, per poi tornare sui suoi passi. Intanto, Diana si sarà data alla pazza gioia e, quando tornerà all’ovile, vivrà col marito trasgressioni mai provate prima.
Diana, una ninfa senza tabù
Brass, per questo film, si fece ispirare alla celeberrima e omonima opera di Mozart, scrivendo la sceneggiatura con Bernardino Zapponi e Francesco Costa. “Così fan tutte” segna una sorta di spartiacque per il regista de “La chiave”, “Miranda” e “Paprika”, che vira verso una tecnica registica più accurata e definita, fluida e priva di tempi morti. Brass invita a lasciarsi andare, a vivere la sessualità senza tabù, scavalcando anche il vincolo del matrimonio (e ciò gli provocò non pochi attacchi), assecondando così tutti gli impulsi che il corpo e la mente ci suggeriscono. Non mancano, naturalmente, scene di puro apprezzamento e ammirazione del corpo della bella Claudia Koll, provocante, sexy ma mai gratuitamente volgare (anche se non stiamo parlando certo di un film per educande, sia chiaro), una ninfa che si muove tra le colorate scenografie di Paolo Biagetti e le musiche di Pino Donaggio, ammaliando lo spettatore dal primo minuto.
“Così fan tutte”, il film più riuscito registicamente
Se guardiamo alle attrici dei suoi film precedenti, potremmo dire che la Koll di “Così fan tutte” ha lo stesso charme di Stefania Sandrelli ne “La chiave”, la vena trasgressiva di Serena Grandi in “Miranda” e viene travolta dallo stesso fuoco “fatuo” di Francesca Dellera in “Capriccio”, quindi è come se Diana fosse la somma perfetta di tutte le peculiarità delle sue ammalianti muse. Ciò fa di “Così fan tuttte”, uno dei film di Tinto Brass più riusciti sotto il profilo registico ed emozionale, caratteristica difficilmente riscontrabile in tutte le sue successive pellicole.