25 anni senza Frank Capra, regista dei cult “Accadde una notte” e “La vita è meravigliosa”
E’ il re dei film ottimistici, pieni di personaggi comuni e umili che diventano eroi per caso della propria vita e della collettività. Il suo stile limpido, senza fronzoli, fedele alla realtà contemporanea – l’American Way of Life, anche se contaminata da elementi, talvolta da fiaba o magici – ne hanno fatto uno dei protagonisti assoluti dell’epoca d’oro di Hollywood, tra il 1930 e il 1940. Frank Capra, italiano ma naturalizzato statunitense, è il regista di film cult e pluripremiati come “Accadde una notte”, “E’ arrivata la felicità” e “La vita è meravigliosa”, pellicole cariche di buoni sentimenti, opposti all’opportunismo e al cinismo della società, ma mai in maniera banale e pesante. Il regista si spegneva esattamente 25 anni fa, il 3 settembre 1991, ma ancora oggi i suoi film sono una sorta di luce pura e bianca, libera da ombre e inutili fronzoli, fondati sulla sobrietà dei dialoghi e dell’azione, ricchi di simboli e dualismi tra bene e male.
I film d’esordio
Il regista – il cui vero nome è Francesco Rosario Capra – è nato a Bisacquino, in provincia di Palermo, dal fruttivendolo Stefano Capra e da Rosaria Nicolosi. Ultimo di sette figli, Frank e la sua famiglia emigrano a Los Angeles quando lui ha solo 6 anni. In California, studia ingegneria chimica ma la passione per il mondo del cinema già si fa sentire nel 1922. Trasferitosi a San Francisco, si reca ai Fireside Studios, proponendosi come regista, e dirige il corto “Fultah Fisher’s Boarding House”. Successivamente, lavora come sceneggiatore, montatore, tuttofare sui set, fino a quando riesce a trovare lavoro come regista alla First National, con l’attore comico Harry Langdon, dirigendo il suo primo lungometraggio, “La grande sparata”(1926), seguito da “Le sue ultime mutandine” e “Per l’amore di Mike”.
Le grandi pellicole con la Columbia
Capra passa alla Columbia e la collaborazione fu una delle più proficue della storia del cinema. Il regista ottiene ampia autonomia e realizza tanti film con budget ridotti, tra cui “Quella certa cosa”(1927), “Il teatro di Minnie”(1928) e “Dillo con lo zibellino”, fino alla trilogia sul progresso tecnologico formata da “Femmine del mare”(1928), “Diavoli volanti”(1929) e “Dirigibile”(1932), mentre al 1929 risale il primo esperimento di Capra con il sonoro, “La nuova generazione”, seguito da “L’affare Donovan”(1929). Nello stesso periodo, il regista, con la sua musa Barbara Stanwyck, gira anche pellicole più mature come “Femmine di lusso”(1930), “La donna del miracolo”(1931) e “Proibito”(1932), fino al flop di “L’amaro tè del generale Yen”(1933).
Il successo di “Accadde una notte” e gli altri film da Oscar
Dopo “Signora per un giorno”(1933), che gli vale la nomination agli Oscar come Miglior regista, arriva la svolta tanto attesa. Con “Accadde una notte”(1934), con Clark Gable, Capra s’impone a livello mondiale, portando a casa i 5 Oscar principali (Miglior film, Miglior regia, Miglior sceneggiatura, Miglior attore protagonista e Migliore attrice protagonista). Il regista diventa una delle figure più importanti di Hollywood e, nel corso degli anni, la pellicola ha ispirato tantissimi altri registi e produttori. In seguito, tra il 1936 e il 1940, gira altri film di successo come “E’ arrivata la felicità”(1937 – Oscar alla Miglior regia); “Orizzonte perduto”(1938 – Oscar al Miglior montaggio e alla scenografia); “L’eterna illusione”(1939 – Oscar al Miglior film e alla Miglior regia) e “Mr Smith va a Washington”(1940 – Oscar alla Miglior sceneggiatura originale). Nello stesso periodo, fonda la Frank Capra Productions.
Il documentario bellico “Why We Fight” e il cult “La vita è meravigliosa”
Durante gli anni del Secondo conflitto mondiale – precisamente tra il 1942 e 1945 – Capra viene arruolato dall’esercito degli Stati Uniti come coordinatore della propaganda bellica attraverso il cinema. Il regista realizza i documentari “Why We Fight” e, il primo episodio della serie, “Preludio alla guerra”, nel 1943 vince l’Oscar come Miglior documentario. Dopo il conflitto, lo stile del regista sembra ormai superato, anche se uno dei suoi più grandi successi fu girato nel 1946, ed è “La vita è meravigliosa”. La pellicola, alla sua uscita, non fu accolta benissimo, ma con gli anni è divenatata simbolo del Natale, portando a casa ben cinque nomination agli Oscar, riuscendo, però, a vincere solo un Golden Globe per la Migliore regia. La trama ingloba quasi tutte le tematiche centrali della filmografia del regista ed è incentrata su George Bailey (James Stewart), un uomo cresciuto in una cittadina rurale che, dopo aver sacrificato tutta la sua vita per aiutare il prossimo, colto dalla disperazione tenta il suicidio nella sera della vigilia di Natale. In suo aiuto accorre un angelo di nome Clarence (Henry Travers) – definito da George “di seconda classe” perchè sprovvisto di ali – che porterà l’uomo in una realtà parallela, dimostrandogli come sarebbe stato il mondo se lui non fosse mai nato.
Gli ultimi film e i documentari didattici
Gli ultimi film che ha girato sono: “Lo stato dell’Unione”(1948), “La gioia della vita”(1950), “E’ arrivato lo sposo”(1951 – Oscar alla Miglior canzone), “Un uomo da vendere”(1959 – Oscar alla Miglior canzone) e “Angeli con la pistola”(1961). Tra il 1956 e 1958, però, Capra ha lavorato anche per la televisione, realizzando alcuni documentari didattico-scientifici per la Bell System, prima di ritirarsi a La Quinta, in California.