5 film per 5 celebrità che ci hanno lasciato troppo presto
Il mondo dei social newtork ha sicuramente amplificato quello che è il lutto nei confronti di un personaggio famoso, assumendo troppo spesso una funzione retorica dell'assenza. Spesso si scopre tardivamente la carriera di un personaggio, "mamma quanti dischi venderanno se mi spengo" canta non a caso Caparezza. Ma non è mai troppo tardi ed oggi, nel ricordare cinque grandi personaggi del mondo del cinema che, alcuni di recente, altri già da un po' di tempo, ci hanno lasciato prematuramente, vogliamo consigliare 5 film da non perdere.
Heath Ledger (1979-2o08)
L'attore australiano ha impresso il suo volto in quelli che oggi vengono considerati grandi classici del cinema americano. In ordine cronologico consigliamo: "Il patriota" (2ooo, di Roland Emmerich), "Il destino di un cavaliere" (2001, di Brian Helgeland), "Lords of Dogtown" (2005, di Catherine Hardwicke), "I segreti di Brokeback Mountain" (2005, di Ang Lee) e "Il cavaliere oscuro" (2008, di Cristopher Nolan). Quest'ultimo, uscito postumo, è considerato da critica e pubblico, come una delle prove migliori della sua carriera. Si è speculato tanto sul fatto che il ruolo del "Joker", al punto da credere che il lavoro fatto sul personaggio abbia contribuito alla sua morte.
James Gandolfini (1961-2013)
L'italo-americano è morto a Roma stroncato da un infarto, era in Italia per partecipare ad una tavola rotonda con Gabriele Muccino al Taormina Film Fest. Sebbene il suo volto sia legato al grande Tony Soprano della popolare serie tv, la sua attività al cinema è stata intensa anche prima che la sua carriera prendesse il volo. Citiamo sempre in ordine cronologico: "Get Shorty" (1995, di Barry Sonefeld) dove affianca John Travolta, "La parola ai giurati" (1997, di William Friedkin), "Il castello" (2001, di Rod Lurie) dove è l'antagonista cinico e spietato di Robert Redford, "Romance & Cigarette" (2005, di John Turturro) protagonista con Susan Sarandon, "Welcome to the Rileys" (2010, di Jake Scott), "Cogan – Killing them Sofly" (2012, di Andrew Dominik) dove è un killer sull'orlo di una crisi di nervi ed affianca Brad Pitt.
John Belushi (1949-1982)
La morte di John Belushi apre ai grandi classici, probabilmente inutili, interrogativi del "chissà se fosse ancora qui". Escludendo nella lista dei cinque il canonico "The Blues Brothers", non certo per demerito ma perché eccesivamente didascalico inserire un caposaldo della comicità "made in Usa" in una classifica del genere, vi consigliamo: "Animal House" (1978, di John Landis), "Verso il sud" (1978, di Jack Nicholson), "1941: Allarme a Hollywood" (1979, di Steven Spielberg), "Chiamami Aquila" (1981, di Michael Apted), "I vicini di casa" (1981, di John G. Avildsen).
Paul Walker (1973-2013)
La sua morte ha gettato nella disperazione i fan della saga "Fast&Furious" e tutti gli appassionati di cinema. Tralasciando le sue avventure in auto con Vin Diesel, vale la pena rivedere le prove di Paul Walker in questi film: "Pleasantville" (1998, di Gary Ross), "Varsity Blues" (1999, di Brian Robbins), "The Skulls" (2000, di Rob Cohen), "Flags of our Fathers" (2006, di Clint Eastwood) e "8 amici da salvare" (2006, di Frank Marshall).
Phillip Seymour-Hoffman (1967-2014)
La scomparsa del premio Oscar Phillip Seymour-Hoffman è la più recente in ordine di tempo ed ha sconvolto il mondo del cinema, che perde un personaggio di primo piano, un grande amico per chi lo ha conosciuto, una figura incredibile per gli addetti ai lavori. Riassumere la sua carriera in soli 5 film, è davvero cosa ardua. Il consiglio, oltre a partire con questi 5 film, è quello di non perdersi nulla della sua opera: "Il grande Lebowski" (1998, di Joel Coen), "Magnolia" (1999, di Paul Thomas Anderson), "La 25a ora" (2002, di Spike Lee), "I Love Radio Rock" (2009, di Richard Curtis), "The Master" (2012, di Yaron Zilberman).