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60 anni di Psyco, 5 curiosità sul film con cui Alfred Hitchcock ha inventato il thriller moderno

Il 16 giugno del 1960 veniva proiettato per la prima volta a New York il capolavoro di Alfred Hitchcock, film spartiacque per il modo di tradurre la suspense al cinema. In Italia sarebbe uscito pochi mesi dopo: ecco cinque curiosità sulla pellicola con Anthony Perkins e Janet Leigh, che ancora oggi resta un classico senza tempo.
A cura di Valeria Morini
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Il 16 giugno 1960 veniva proiettato per la prima volta "Psyco", il film di Alfred Hitchcock che ha segnato in modo indelebile la suspense al cinema. Sono passati 60 anni dal giorno della première a New York (in Italia sarebbe arrivato il 28 ottobre dello stesso anno) e il capolavoro firmato dal Maestro del brivido, suo massimo successo commerciale, resta uno dei classici più amati, citati, copiati. Qual è il segreto della sua immortalità?

Psyco, un classico senza tempo

Sicuramente, il merito va alla modernità assoluta di "Psyco" (italianizzazione del titolo originale "Psycho"): un film incentrato su un assassino seriale con una personalità multipla, il complesso di Edipo e una fobia per le donne, denso di erotismo, accenni di nudità e tematiche pruriginose, tutte novità assolute per un film mainstream di Hollywood all'epoca. La superba colonna sonora di Bernard Hermann è il contrappunto ideale alla regia geniale di Hitchcock, che incolla lo spettatore a 109 minuti di suspense, prima "distraendolo" con la storia di una ladra in fuga, quindi sconvolgendolo con la celeberrima scena dell'omicidio sotto la doccia che trasforma improvvisamente la protagonista in una vittima, e infine chiudendo i conti con un finale choc. Per quanto la trama sia conosciuta, la tensione e il fascino del film restano immutati da 60 anni. Nel cast, uno straordinario Anthony Perkins, Janet Leigh, Vera Miles, John Gavin, Martin Balsam.

5 curiosità su Psyco

1 Vietato entrare a film iniziato! All'epoca, era ancora un'abitudine consolidata per il pubblico arrivare al cinema a film già cominciato. Hitchcock impose agli esercenti il divieto assoluto di entrare dopo l'inizio. Acquistò anche più copie possibile del romanzo di Robert Bloch (ispirato al vero serial killer Ed Gein), per evitare che troppi spettatori conoscessero il finale.

2 La scena della doccia. L'iconica scena della morte di Marion terrorizzò il pubblico. Uno spettatore scrisse al regista sostenendo che sua figlia non volesse fare più la doccia. Pare che lo stesso sia accaduto a Janet Leigh, che da quel momento avrebbe sempre fatto il bagno. Eppure, per quella scena (che richiese ben sette giorni di lavorazione) l'attrice venne sostituita in buona parte dalla controfigura Marli Renfro.

3 Il cameo di Hitchcock. Come per tutti i suoi film, anche in "Psyco" Hitchcock è apparso in un piccolo cameo. Lo vediamo brevemente fuori dalla società in cui lavora Marion: è l'uomo che indossa un cappello da cowboy.

4 La casa di Psyco. La casa di Norman Bates è tuttora visitabile all'interno degli Universal Studios (è stata persino usata in una puntata di Beautiful e in una de La signora in giallo). L'architettura si ispira a un dipinto di Edward Hopper, "The House by the Railroad" del 1925. Anche l'edificio da cui ha preso spunto il pittore esiste ancora: si trova ad Haverstraw, nello stato di New York.

5 I sequel e il remake. Il film ha avuto ben tre sequel, tutti con Anthony Perkins di nuovo nei panni di Norman Bates e senza il coinvolgimento di Hitchcock. Inoltre, nel 1987 fu realizzato il film TV "Il motel della paura", uno spin-off che doveva essere l'episodio pilota di una serie televisiva mai realizzata. In compenso, dal 2013 è stata prodotta la serie "Bates Motel", prequel in cui Norman è un ragazzino e Vera Farmiga interpreta la madre. Esistono anche diversi documentari, una parodia italiana di Steno con Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi, "Psycosissimo", e l'opera "24 Hour Psycho", che mostra il film rallentato in modo che duri 24 ore. L'omaggio più curioso è però il remake del 1998 di Gus Van Sant con Vincent D'Onofrio e Anne Heche: non un semplice rifacimento, ma un film che ripete l'originale inquadratura per inquadratura.

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