Al cinema “Sir – Cenerentola a Mumbai”, la favola amara e moderna di Rohena Gera
Arriva nelle nostre sale il primo film della regista indiana Rohena Gera, “Sir – Cenerentola a Mumbai”. La pellicola, presentata alla Settimana della Critica al Festival di Cannes 2018, racconta la fiaba (amara) di Ratna (Tillotama Shome), una giovane donna che vive a Mumbai dove lavora come domestica del ricco erede Ashwin (Vivek Gomber). I loro due mondi sono totalmente opposti: lui è facoltoso ma incerto sul suo futuro mentre l’unica ricchezza di lei sono i suoi sogni e le sue speranze, soprattutto quella di diventare stilista. Cupido ci metterà il suo zampino e il loro amore sfiderà qualsiasi pregiudizio.
La regista, sulla sua storia della Cenerentola indiana, ha detto quanto segue:
L’India ha una forza lavoro domestica di 40 milioni di persone, per lo più donne, che lavorano senza contratto, né diritti, in condizioni simili ad una moderna schiavitù. Non hanno alcuna protezione dallo stato in termini di salario minimo o di orario di lavoro, nessuna copertura sanitaria, di disoccupazione o altre forme di tutela. La vita di queste donne dipende totalmente dai loro datori di lavoro. Oltre alle condizioni estreme in cui sono costrette a lavorare devono anche subire delle umiliazioni quotidiane. Alla base dell’accettazione di questa grave ingiustizia c’è una considerazione profondamente razzista e classista delle persone, in cui la “propria” cameriera è considerata meno che umana. Questo è il contesto in cui la storia è ambientata. Ratna è una vedova e una collaboratrice domestica. Ma non si considera una vittima. È una donna coraggiosa e piena di speranza che sogna di diventare stilista. Il suo datore di lavoro Ashwin, impara a poco a poco a conoscerla e ad interessarsi a lei. Entrambi sanno che il muro invisibile che c’è tra di loro è insormontabile. Ho pensato fosse interessante mostrare l’ipocrisia della nostra società e far vedere come anche i tabù possano essere superati, come possano nascere delle emozioni positive anche in questo contesto. Credo che se il pubblico attraverso il film riuscirà a condividere il sentimento dei due protagonisti, e farà il tifo perché possano stare insieme, potremmo considerarlo un ottimo risultato che aiuterebbe a trasformare la nostra idea dell’altro.
La Gera ha scritto la sceneggiatura del film mentre la direzione della fotografia è di Dominique Colin. Le scenografie e i bellissimi costumi sono, rispettivamente, creazioni di Parul Sondh e Kimneineng Kipgen. Le musiche sono state composte da Pierre Avia. Prodotto da Brice Possion, Thierry Lenouvel e dalla stessa regista, la pellicola sarà nelle nostre sale a partire dal prossimo 20 giugno.
La trama
Ratna è una giovane vedova che lavora come domestica per Ashwin, erede di una ricca famiglia di Mumbai. Lui possiede tutto, ma è disilluso sul futuro; lei invece non possiede nulla ma è piena di speranza e lotta per i suoi sogni, soprattutto quello di diventare, un giorno, una stilista affermata. I loro due mondi così distanti si avvicineranno, facendo emergere sentimenti inaspettati ma le barriere tra di loro sembrano insormontabili.
Il cast
Tillotama Shome (Ratna) è una delle attrici indiane più quotate e amate. L’esordio risale al 2001 col film “Monsoon Wedding: matrimonio indiano” ma da allora, tra pellicole per il grande schermo e serie e film tv, ha preso parte a ben 35 produzioni. Vivek Gomber (Ashwin), invece, è famoso per la serie tv “Mumbai Calling” e per i film “The President is Coming” e “Le lettere di Madre Teresa”. Il resto del cast è formato da: Geetanjali Kulkarni (Laxmi), Rahul Vohrha (Padre di Ashwin), Divya Seth Shah (Madre di Ashwin), Chandrachoor Rai (Vicky), Dilnaz Irani (Nandita, sorella di Ashwin), Bhagyashree Pandit (Choti), Anupriya Goenka (Ankita), Akash Sinha (Raju) e Rashi Mal (Sabina).
Le curiosità sul film che dovete sapere
1. La regista ha raccontato che il film nasce dalla sua esperienza personale. Quando era piccola viveva in India e con loro c’era una donna con cui era cresciuta e che aiutava in casa e a cui erano molto affezionati, ma vigeva una chiara segregazione.
2. Il film che ha fornito l’ispirazione principale è “In The Mood for Love”; di Wong Kar-Wai. Si tratta di una pellicola costruita attraverso i percorsi di due persone che condividono un sentimento ma non possono viverlo pienamente. La regista ha voluto rendere omaggio al film di Kar-Wai in alcuni brevi momenti del suo film, per esempio quando i due protagonisti attraversano il lungo corridoio vuoto e quello spazio contiene allo stesso tempo sia l’idea di separazione che di unione.
3. La regista ha sempre pensato a Tillotama Shome come protagonista del film ma pensava che non avrebbe mai accettato perché aveva già interpretato una domestica nel film di Mira Nair, “Monsoon Wedding”. Ero spaventato che potesse pensare che la consideravo un’attrice stereotipata. Ha parlato con lei per un anno prima che iniziassero le riprese e lei stessa si è appassionata da morire alla storia.