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Alberto Fasulo al cinema con la storia di “Menocchio”, il mugnaio friuliano giustiziato per eresia

Fasulo torna nelle sale raccontando la vera storia di Menocchio – nomignolo di Domenico Scandella – il mugnaio friuliano vissuto a cavallo del ‘500 e del ‘600 che deciderà di ribellarsi a tutti i soprusi perpetrati dalla Chiesa Cattolica Romana, fino ad essere processato e giustiziato per eresia. Al cinema dall’8 novembre.
A cura di Ciro Brandi
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Menocchio” è il nuovo film di Alberto Fasulo, regista di “Rumore bianco”(2008), “Tir”(2013) e “Genitori”(2015), già vincitore del Gran Premio della Giuria all’Annecy Cinéma Italien e in concorso al Festival di Locarno. Il regista porta nelle sale la vera storia di Menocchio – nomignolo di Domenico Scandella – il mugnaio friuliano vissuto a cavallo del ‘500 e del ‘600 che deciderà di ribellarsi a tutti i soprusi perpetrati dalla Chiesa Cattolica Romana, fino ad essere processato e giustiziato per eresia.

Fasulo, che ha voluto solo “non” attori nel film, ha scritto anche la sceneggiatura con Enrico Vecchi e sul suo film ha detto:

Menocchio è un film diverso dai miei precedenti. È qualcosa che mi porto dietro dagli anni della scuola dell’obbligo, quando per la prima volta sentii parlare di Menocchio e che probabilmente negli anni ha maturato dentro di me. L’incontro con il Circolo Menocchio di Montereale Valcellina e lo studio dei verbali originali del suo processo è stato importante come è stato determinante prendere le distanze dal famoso “Formaggio e i Vermi” di Carlo Ginzburg. Il mio film è il racconto di come Menocchio sia giunto a voler rinnegarsi pubblicamente. La grande sfida è stata quella di riuscire a dar corpo alla coscienza di questo mugnaio, a questo campo di battaglia in teoria astratto, che sentivo essere al centro di questo mio nuovo film.

Tutta la partita della sua vicenda si gioca all’interno del triangolo Potere del Sistema ‐ Individuo ‐ Comunità. Ed è qui che abbiamo identificato il cuore del film, perché la parabola di Menocchio non è quella di un martire, mandato al rogo in nome delle proprie idee. O perlomeno non è solamente quella. La sua storia è più complessa, più contraddittoria, più vicina, più umana, perché un eretico che decide di rinnegare le proprie idee deve poi fare i conti non solo con la propria coscienza, ma anche con la macchia che questa abiura comporterà all’interno della sua comunità di appartenenza, specie se ha speso anni e anni a predicare la propria visione del mondo giurando di essere disposto persino a morire in sua difesa.

Il montaggio è di Johannes Hiroshi Nakajima mentre la fotografia è stata curata dallo stesso Fasulo. Le musiche originali, invece, sono di Paolo Forte. “Menocchio” sarà nelle sale a partire dal prossimo 8 novembre.

La trama

Siamo nell’Italia di fine ‘500. La Chiesa Cattolica Romana, sentendosi minacciata dalla Riforma Protestante, sferra la prima guerra ideologica di uno Stato per il controllo totale delle coscienze. Il nuovo confessionale si trasforma da luogo di consolazione delle anime a tribunale della mente. Ascoltare, spiare e denunciare il prossimo diventano pratiche obbligatorie, pena: la scomunica, il carcere o il rogo. Menocchio, vecchio mugnaio friuliano autodidatta decide di ribellarsi. Ricercato per eresia, non dà ascolto alle suppliche di amici e famigliari e invece di fuggire o patteggiare, affronta il processo. Non è solo stanco di soprusi, abusi, tasse, ingiustizie. In quanto uomo, Menocchio è genuinamente convinto di essere uguale ai vescovi, agli inquisitori e persino al Papa, tanto che nel suo intimo spera, sente e crede di poterli riconvertire a un ideale di povertà e amore.

Il cast

Il cast del film è composto da Marcello Martini (Menocchio), Maurizio Fanin (Inquisitore), Carlo Baldracchi (Carceriere Parvis), Nilla Patrizio (Moglie), Emanuele Bertossi (Zanutto), Agnese Fior (Figlia), Mirko Artuso (Pre Melchiorri), Giuseppe Scarfì (Vicario Generale), David Wilkinson (Cancelliere Inquisitore), Roberto Dellai (Vescovo Maro) e Gino Segatti (Pre Vorai).

Le curiosità sul film che dovete sapere

1. Il regista Fasulo ha detto che l’ispirazione per il film gli è venuta dopo aver fatto un sogno ricorrente in cui in un palazzo fatiscente senza porte e finestre, di notte. C’è una festa o qualcosa per cui tutti sono molto eccitati, lui non conosce nessuno, ma dopo un po’ di perlustrazione dall’edificio fuori incontra un uomo che lo guarda seriamente. Non lo spaventa perché Fasulo è consapevole del fatto che sia Menocchio, ma sul più bello si sveglia con la voglia di saperne di più di quell’incontro.

2. Il film è stato girato al castello del Buonconsiglio di Trento, negli stavoli di Orias, nelle Dolomiti Carniche del Friuli Venezia‐Giulia e nei Canali di Portogruaro.

3. Tutti i “non” attori presenti nel film, Fasulo li ha trovati nelle valli dove Menocchio ha realmente vissuto. È stato un lavoro certosino, durato due anni prima di iniziare a girare la pellicola.

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