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Anita Ekberg su Fellini: “Non rispettava le donne, era falso e affamato di sesso”

In queste ore, il Corriere della Sera ha pubblicato un’intervista rilasciata dall’attrice, che chiese che venisse pubblicata dopo la sua morte. La Ekberg aveva parole poco lusinghiere per Federico Fellini, di cui diceva: “Era fissato con maghi e veggenti, come una donnetta. Era un provinciale, falso e invidioso. Non aveva rispetto per le donne, era ossessionato dal sesso. Era più attirato dal mio seno che dalla mia anima”.
A cura di D.S.
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Due giorni fa, si è appresa la notizia della morte di Anita Ekberg. L'attrice aveva 83 anni e da tempo si trovava in una clinica, costretta su una sedia a rotelle. Il ruolo che le diede la notorietà, fu quello di Sylvia ne "La dolce vita" di Federico Fellini. È proprio sul regista che verte un colloquio che la diva ha avuto con Emilia Costantini e che è stato pubblicato dal "Corriere della Sera". Anita Ekberg aveva espresso una richiesta:

"Questa intervista la pubblicherà, se vuole, quando sarò morta".

Il ritratto che fa di Federico Fellini non è affatto lusinghiero. Di lui ha detto

"(Fellini, ndr) era un tipo molto esigente quando dirigeva, incline a improvvisi attacchi d'ira. Sul set era un padrone assoluto, d'altronde lui stesso lo diceva che fuori dal set si sentiva vuoto. Apparentemente gentile, in realtà un despota".

Ha aggiunto poi, che il regista non rispettava le donne ed era più attratto dal suo seno che dalla sua anima:

"Non aveva rispetto delle donne, affamato di sesso chiedeva prestazioni particolari. In verità era stato attirato non tanto dalla mia anima, che avevo e che ho, ma dal mio seno".

A proposito della scena nella fontana di Trevi ha spiegato:

"Forse deve più lui a me che io a lui. Fellini era uno che carpiva idee agli altri, persino all'ultimo dei macchinisti".

"Invidioso degli altri registi, ricorreva ai maghi come una donnetta"

Anita Ekberg, infine, ha dichiarato che Fellini era invidioso degli altri colleghi e aveva l'abitudine di ricorrere a maghi e veggenti:

"Parlava male di tutti, ricordo che aveva parole sprezzanti per Rossellini e Antonioni. […] Quello che mi dava fastidio è che lui era falso, voleva apparire diverso da ciò che era, non era coerente". Un uomo "irrazionale" che era "fissato con maghi e veggenti, come una donnetta, diciamola tutta: era un provinciale".

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