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Antonio Banderas lascia il cinema: “L’infarto mi ha cambiato. Hollywood non fa più per me”

Antonio Banderas in occasione della presentazione del film Panama Papers, al Toronto Film Festival, si è sciolto in alcune dichiarazioni che attingono a piene mani dalla sua vita privata. L’attore spagnolo, dopo essere stato colpito da un infarto, due anni fa, ha rivoluzionato la sua vita, tanto da pensare di lasciare anche il cinema.
A cura di Ilaria Costabile
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In questi giorni è in atto il Festival di Toronto, tra le rassegne cinematografiche più note d'oltreoceano, in cui vengono presentate le pellicole che sono prossime all'uscita. In occasione della première del film "The Laundromat" sui Panama Papers, che arriverà su Netflix il 18 ottobre, Antonio Banderas ha rivelato alcuni aspetti della sua vita privata in un'intervista rilasciata alla testata Leggo.

L'amore per il teatro

Dopo la toccante interpretazione in Dolor y Gloria, presentato allo scorso Festival di Cannes dove ha vinto la Palma d'Oro, Antonio Banderas ha preso parte al film diretto da Steven Soderbergh, che segue lo scheletro narrativo del libro inchiesta scritto dal giornalista Jake Bernstein, incentrato sul caso di cronaca finanziaria dei Panama Papers. Eppure stando a quanto raccontato dall'attore, il cinema sembra che abbia perso  la centralità che occupava nella sua vita, dal momento in cui ha dovuto affrontare un momento piuttosto difficile, dopo essere stato colpito da un infarto. Quest'esperienza gli ha fatto rivalutare le sue vere passioni, al punto da compiere azioni plateali e piuttosto significative, come l'acquisto del Teatro del Soho Caixabank nella sua città natale, Malaga, come è lui stesso a dichiarare:

L’infarto mi ha cambiato la vita. Ho capito che Hollywood non fa per me e ho trovato il modo più romantico e incosciente di usare i risparmi. Il teatro è l’amore della mia vita, per me come una donna che ho trascurato troppo a lungo e ora mi reclama. Il momento più felice della carriera è stato infatti sul palco di Broadway per il musical Nine ispirato a 8 e 1/2 di Federico Fellini.

La vita dopo l'infarto

L'amore per il teatro non ha ostacolato il suo rapporto con Hollywood, sebbene l'attore spagnolo abbia rivelato che i suoi inizi nell'industria cinematografica americana, non siano stati così traumatici come gli era stato annunciato. Dopo tanti anni trascorsi nello show business, però, ritiene sia arrivato il momento adatto per prenderne le distanze. La miccia che ha acceso il desiderio di tornare alle origini è stato l'intervento a cui si è sottoposto, in seguito ad un infarto, circa due anni fa. L'esperienza in ospedale gli ha permesso di riflettere su sé stesso, sulla sua carriera passata, ma anche su quella futura:

Quando sono arrivato negli States mi hanno detto: “Rassegnati, ti daranno solo ruoli da cattivo”. Si sbagliavano al punto che ho anche portato fortuna ad altre attrici, come Salma Hayek e Catherine Zeta-Jones, entrambe invitate a Malaga a parlare ai giovani di cosa sia realmente lo show-business. In ospedale, dopo l’inserimento di tre stent, un’anziana infermiera mi ha detto: “A breve ti sentirai triste e diventerai più emotivo”. Ho pensato: “Figurati se cado in depressione proprio ora che mi sono salvato”. Invece aveva ragione e Pedro Almodovar si è accorto subito della mia fragilità sul set di Dolor y gloria e mi ha detto: “Usa quel dolore, non nasconderlo”.

Un evento che ha letteralmente cambiato la sua vita, il modo di percepire e vedere il mondo, tanto da modificare anche i suoi gusti cinematografici, i ruoli in cui riesce ad esprimere pienamente la sua essenza. Eppure, nonostante questo piccolo ostacolo che ha dovuto superare, non si è lasciato abbattere del tutto, anzi, il lavoro continua ad essere la sua più grande valvola di sfogo: "Lavoro senza sosta e amo quello che faccio, dalla moda alla fotografia passando per la musica. L’arte mi fa sentire vivo". 

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