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“Banana Joe”, il cult con Bud Spencer usciva 35 anni fa

Il film di Steno usciva il 25 marzo 1982, in Germania, riscuotendo, sin da subito, un grande successo. Bud Spencer, nel ruolo del gigante buono Banana Joe, curò anche il soggetto. La commedia è anche un manifesto contro il capitalismo, la prevaricazione del più potente e l’industrializzazione scriteriata, tutti temi ancora attuali, a 35 anni di distanza.
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A cura di Ciro Brandi
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“Banana Joe”, il film di Steno, con il grande e indimenticabile Bud Spencer, usciva per la prima volta, in Germania, esattamente il 25 marzo del 1982. Il famoso regista romano racconta la storia, appunto, di Banana Joe, un gigante buono, figlio di una zingara bianca, che vive in un piccolo villaggio dell’Ecuador, Amantido, e commercia banane lungo il fiume. Tutto va bene, fino a quando compare un boss della malavita colombiana, il señor Torsillo (Gianfranco Barra), intenzionato a controllare il commercio della frutta e costruire un casinò illegale nel villaggio di Joe, sfruttando anche gli indios. Il gigante, da quel momento, inizierà un viaggio per ottenere la licenza di commercio e, va da sè che cercherà di liberarsi del mafioso a modo suo, tra servizio militare, l’incontro con le bella Dorianne (Marina Langner) e le solite scazzottate che sono imprescindibili dai personaggi di Bud Spencer.

Banana Joe contro il capitalismo e la prevaricazione del più potente e l’industrializzazione scriteriata

“Banana Joe” è uscito prima in Germania, dove ha riscosso un successo clamoroso, arrivare poi nelle nostre sale a partire dall’8 aprile 1982. Girato in Colombia, il film è una sorta di manifesto contro il capitalismo e la prevaricazione del più potente, l’industrializzazione scriteriata, subita da uomini semplici che vogliono solamente vivere e lavorare in armonia con la natura, e non vedere il loro territorio distrutto o trasformato. In questo Steno è bravissimo e riesce a far emergere con forza i suoi messaggi grazie anche alla preziosa collaborazione dello stesso Spencer- che ha curato il soggetto, firmandosi col suo vero nome, cioè Carlo Pedersoli – e di Mario Amendola e Bruno Corbucci, con i quali ha scritto la sceneggiatura. Naturalmente, il regista bypassa la narrazione dei disagi gravi, e tuttora irrisolti, del Sud America, preferendo mostrare la purezza d’animo e l’autenticità degli abitanti e la bellezza straordinaria del territorio. E’ impossibile non menzionare le fenomenali musiche di Guido e Maurizio De Angelis (noti come Oliver Onions), che composero ritmi latini che combaciavano appieno con l’atmosfera esotica della pellicola.

Bud Spencer senza Terence Hill

Bud Spencer è assolutamente a suo agio nei panni del gigante buono, anche senza il suo amico Terence Hill, risultando ancora più divertente e sfaccettato, con gag riuscite e interazione perfetta con il resto del cast. Ciò è dovuto anche al fatto che l’attore si sentiva pienamente a suo agio con Steno, che l’aveva già diretto nei film dedicati alle avventure del poliziotto Piedone, quindi tra i due si creò ancora di più un’alchimia che diede frutti vincenti e duraturi. Ovviamente, la stessa alchimia si creò anche con il resto del cast, formato da Marina Langner, Mario Scarpetta, Gianfranco Barra, Enzo Garinei, Giorgio Bracardi, Edy Biagetti, Carlo Reali e Eolo Capritti.

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