“Barry Lyndon” di Kubrick compie 40 anni e torna nelle nostre sale
Il capolavoro del maestro Stanley Kubrick, del 1975, torna in sala per il 40°esimo anniversario, in versione totalmente restaurata dalla Cineteca di Bologna. “Barry Lyndon” sarà proiettato, in circa 70 cinema italiani, dal 12 gennaio, in lingua originale ma con sottotitoli italiani, per la gioia di tutti i fan del regista e della pellicola. Tratto dal romanzo “Le memorie di Barry Lyndon”, di William Makepeace Thackeray, il film non produsse incassi cospicui, ma oggi è considerato uno dei migliori film di Kubrick. La pellicola, per quei pochi che non la conoscessero ancora, è ambientata in Irlanda, verso la fine del regno di Giorgio II, e copre un arco temporale di 35 anni. Il protagonista è il giovane Redmond Barry Lyndon (un grande Ryan O’Neal), il quale crede di aver ucciso in duello un rivale in amore e si vede costretto ad andarsene. L’uomo si arruola, allora, nell'armata inglese e combatte in Prussia durante la Guerra dei Sette Anni, poi diserta. Scoperto, è costretto ad arruolarsi tra i prussiani. Fuggito in Inghilterra, riesce a sposare una gran dama e a diventare un uomo potente. Il destino, però, gli sarà di nuovo avverso, dato che gli metterà contro il figliastro, Lord Bullington (Leon Vitali) nato dal primo matrimonio della moglie, Lady Lyndon (Marisa Berenson).
Kubrick e la voglia di girare un film storico
Kubrick ebbe l’idea di girare un film storico dopo “Arancia meccanica”. Il film era, però, “Napoleon”, biopic su Napoleone Bonaparte, con Jack Nicholson nel ruolo del protagonista. Dopo il flop di un film simile, “Waterloo”, di Sergej Fëdorovič Bondarčuk, il regista abbandonò il progetto, senza discostarsi però dalla sua idea. In quel periodo, gli passò sottomano il romanzo di William Makepeace Thackeray, e decise di approfondirlo, iniziando a stendere una prima sceneggiatura.
Un lavoro "maniacale" che ha fruttato 4 Oscar
“Barry Lyndon” portò a casa ben 4 Oscar (Migliore fotografia a John Alcott, Migliore scenografia a Ken Adam, Roy Walker e Vernon Dixon, Migliori costumi a Ulla-Britt Soderlund e Milena Canonero, Miglior colonna sonora a Leonard Rosenman) su 7 nomination. Come al solito, il lavoro di Kubrick per il film fu maniacale. Il regista cercò di essere quanto più realistico possibile, utilizzando sul set solamente candele o lumi a olio. Tutto ciò per ricreare l'atmosfera tipica del XVIII secolo. Per quanto riguarda i costumi, realizzati dall'italiana Milena Canonero e dalla danese Ulla-Britt Soderlund, Kubrick decise di inviare le due collaboratrici in giro per l'Europa a comprare tutte le illustrazioni d'epoca, ma alla fine fu allestito un laboratorio privato per realizzare in maniera “originale” tutte le uniformi e le parrucche di scena, affidandone la produzione ad una piccola industria manifatturiera.