Berlinale 2011: ecco i film candidati all’Orso d’oro
Il prossimo 10 febbraio si aprirà a Berlino la sessantunesima edizione di quello che, ormai, è diventato l'evento cinematografico più importante d'Europa dopo il Festival del Cinema di Venezia e quello di Cannes. Anche quest'anno, come per i due precedenti, l'Italia non è presente con nessun titolo all'interno della rosa di candidati. L'ultima volta che un film italiano ha avuto l'onore di prendere parte al concorso della Berlinale è stato nell'edizione 2008, quando Antonello Grimaldi e il suo Chaos Calmo riuscirono a conquistare il cuore dei selezionatori, anche se non quello dei giudici. In ogni caso, l'organizzazione del festival ha voluto dimostrare, ancora una volta, di amare il nostro cinema, riservando all'Italia due spazi in sezioni collaterali (Panorama e Special) ed un omaggio al regista che ha vinto il maggior numero di Orsi d'Argento per la migliore regia, ovvero, Mario Monicelli, scomparso appena tre mesi fa. Ma l'Italia ha anche il merito di esprimere la presidente della giuria del Festival di Berlino 2011, vale a dire Isabella Rossellini, che avrà l'onore di proclamare, il prossimo 20 febbraio, il vincitore di questa edizione.
I due film italiani che parteciperanno al Festival sono Qualunquemente, il film di Giulio Manfredonia con protagonista il bravissimo Antonio Albanese che verrà presentato nella sezione Panorama, e Gianni e le Donne di Gianni de Gregorio, sceneggiatore di Gomorra e vincitore di un "Nastro d’argento" nel 2009 per "Pranzo di Ferragosto", che verrà presentato nella sezione Special.
Per quel che riguarda la classica retrospettiva, questa 61esima edizione del Festival di Berlino ha deciso di rendere onore e gloria (com'è giusto che sia) a quell'immenso artista che è stato Ingmar Bergman, regista svedese scomparso nel 2007, autore di alcune tra le più belle pagine della cinematografia mondiale. La storia d'amore tra Bergman e la Berlinese comincia nel 1958 con l'assegnazione dell'Orso d'Oro ad uno dei film capolavoro del regista, "Il posto delle fragole", ma non ha avuto il tempo di concludersi degnamente con l'assegnazione di un Orso d'Argento alla carriera. L'ambito riconoscimento, quest'anno, verrà assegnato all'attore tedesco Armin Mueller-Stahl, candidato all’Oscar nel 1996 per l'indimenticabile interpretazione di Peter in Shine, che ha lavorato con personaggi del calibro di Costa-Gravas, Andrzej Wajda, David Cronenberg, Jim Jarmusch, Steven Soderbergh, Ron Howard e David Fincher.
Tra i film più attesi ci sono, senza dubbio, due delle pellicole presentate fuori concorso che saranno proiettate in anteprima mondiale; parliamo di "True Grint" dei fratelli Cohen e di "Pina" di Wim Wenders, che ripercorre la vita e la carriera della grande danzatrice tedesca Pina Bausch.
Ed eccoci arrivati alla presentazione dei film in concorso, intorno ai quali c'è già grande attesa.
Coriolanus – Esordio alla regia del celebre attore britannico Ralph Finnes (Harry Potter e i doni della morte, "Schindler’s List", "The Hurt Locker", "Spider") che presenta un adattamento in chiave contemporanea della famosa tragedia shakespeariana. Un thriller politico che trae solo vago spunto dal testo classico, per poi innestare il tutto in uno scenario che ricorda la guerra in Iraq. In scena, insieme a Finnes che veste i panni dello stesso Caio Marzio Coriolanus, ci sono, tra gli altri, Gerard Butler, Brian Cox, Vanessa Redgrave Jessica Chastain, James Nesbitt, Ashraf Barhom.
Our Grand Despair – Seyfi Teoman prova a portare in Turchia il secondo Orso d'Oro di fila. L'edizione del 2010 del festival di Berlino, infatti, ha visto il trionfo di "Bal" di Semih Kaplanoglu, anch'egli turco. Teoman propone l'intramontabile archetipo del romantico ménage à trois che trova in "Jules e Jim" una delle sue più eccelse rappresentazioni. La storia racconta l'amicizia tra Ender e Cetin, due trentenni amici da sempre che si trovano a doversi prendere cura della sorella di un loro caro amico, morto in un incidente stradale in compagnia dei genitori. Entrambi, inevitabilmente, finiranno con l'innamorarsi della ragazza.
Lipstikka – Il registra israeliano Jonathan Sagall affronta la spinosa questione della prima Intifada palestinese, provando ad osservarla a distanza; una distanza che è sia temporale che spaziale. La storia comincia a Ramallah, due giovani donne palestinesi, nate e cresciute a Gerusalemme, provano a costruirsi una vita. Le due donne si ritrovano a Londra, anni dopo, e si confrontano con un evento che, negli anni dell'adolescenza, ha cambiato loro la vita. Lipstikka è una delle pellicole "politiche" più attese della Berlinale; un intenso dramma psicologico, un film che parla di sesso, memoria, dolore.
Yelling To The Sky – Victoria Mahone, regista statunitense, racconta la vita di una diciassettenne di nome Sweetness O'Hara, la più piccola di tre sorelle, che si trova a dover sopravvivere da sola in seguito al completo dissesto della sua famiglia. Ancora una volta, è l'America di periferia a tenere banco. Quartieri pericolosi, ragazzi allo sbando, la rabbia di una generazione castrata. Ed è proprio per merito di questo afflato prepotentemente contemporaneo che il film è già molto seguito in rete. Di certo una delle pellicole più "berlinesi" dell'intera rosa.
The Future – Un'altra regista statunitense, un'altra donna, un altro film molto atteso. Miranda July propone al festival una sorta di favola horror che si rifà ad una precedente performance teatrale della stessa regista, una perfomance dal titolo Things We Don’t Understand and Definitely Are Not Going to Talk About che ha fatto il giro di diverse città statunitensi. La pellicola si caratterizza per l'atmosfera surreale e per la sovrabbondanza di elementi teatrali. Tra i protagonisti della vicenda troviamo la Luna e un gatto parlante. Una storia tenera e delicata che parla d'amore, di passione, di responsabilità, di sbagli.
The Turin Horse – Béla Tarr, regista ungherese di grande talento ed esperienza, prende spunto da un evento storico che segnò la vita e la carriera di Friedrich Nietzsche e che costituisce il prologo del film: il 3 gennaio 1889, il grande filosofo tedesco si trova a Torino. Un cavallo da traino viene frustato a sangue dal cocchiere proprio davanti ai suoi occhi; Nietzsche, colpito, si avventa sul cavallo, lo abbraccia, piange. Béla Tarr parte da questo episodio per poi dedicarsi al racconto, di fantasia, di quel che accadde al cavallo, seguendo la vita del cocchiere e di sua figlia in un'atmosfera d'incipiente catastrofe.
The Forgiveness Of Blood – lo statunitense Joshua Marston, noto al grande pubblico per aver scritto e diretto il film "Maria Full of Grace", affronta l'inusuale tematica delle faide di sangue in Albania, cercando di comprendere in che modo esse influenzino la vita quotidiana dei cittadini, i loro sogni, le loro prospettive e, soprattutto, le nuove generazioni. Gli attori in scena sono con Tristan Halilaj, Sindi Laçej, Refet Abazi, Ilire Vinca Çelaj e Çun Lajçi. La vicenda è narrata dalla prospettiva di un giovane diciassettenne e di sua sorella minore e in Italia sarà distribuito da Fandango.
Margin Call – il semisconosciuto regista statunitense JC Chandor mette insieme un cast stellare composto da Kevin Spacey, Jeremy Irons, Zachary Quinto, Simon Barker, Stanley Tucci, Demi Moore e molti altri, per un esordio cinematografico che promette di incantare sia critica che pubblico. Margin Call è un thriller ambientato in un'immaginaria banca di Wall Street nella quale alcuni squali della finanza vivono le prime 24 ore della crisi economica mondiale del 2008. Chi ha visto la pellicola, la considera addirittura superiore all'ultima fatica registica di Oliver Stone (Wall Street: il denaro non dorme mai).
Innocent Saturday – Alexander Mindadze, regista russo, affronta a 15 anni di distanza il terrificante disastro di Chernobyl. La pellicola si concentra sulle vicende di un funzionario del Partito Comunista, Valery Kabysh ex percussionista, che tenta di scappare dalla tragedia che ebbe luogo nella centrale nucleare di Chernobyl nell'aprile del 1986 in compagnia della sua donna e degli amici musicisti Innocent Saturday è la storia vera del tentativo fallito di Valery di fuggire dalle conseguenze dell'evento e il ritratto amaro dell'ultimo, sabato "innocente" che gli abitanti di Chernobyl abbiano mai vissuto.
Le altre pellicole in gara per la conquista del 61esimo Orso d'oro sono: If not us, who? del regista tedesco Andres Veiel; Sleeping Sickness di Ulrich Köhler, anch'egli tedesco; The Prize della messicana Paula Markovitch; Nader And Simin, A Separation di Asghar Farhadi, regista iraniano già premiato con l'Orso d'Argento per la regia nel 2009 e che, quest'anno, punta dritto alla conquista dell'Orso d'Oro; Tales of the Night, trilogia di racconti fiabeschi animati realizzata dal francese Michel Ocelot; Come Rain Come Shine del sudcoreano Lee Yoon-ki ; e per finire A Mysterious World dell'argentino Rodrigo Moreno.
Per ulteriori informazione sul programma, gli eventi speciali e l'archivio storico del festival, vi rimandiamo al sito ufficiale della manifestazione.