Bill Cosby come Woody Allen, ma le sue presunte molestie convinsero meno
La lettera aperta di Dylan Farrow al New York Times dove accusa il suo padre adottivo, Woody Allen, di abuso sessuale, sostanzialmente non rivela nulla di nuovo su una situazione che resta torbida e con i contorni poco chiari, ma della quale le cronache hanno già scritto e macinato a più riprese, negli ultimi 20 anni. Eppure il regista è stato praticamente offerto alla gogna mediatica e del web, come l'agnello sacrificale della settimana. Su di lui si è letto e scritto di tutto, nonostante un tribunale si sia già espresso con l'intenzione di non procedere, per la mancanza di prove atte a dimostrare le accuse.
E Bill Cosby? Oggi le provocazioni di Gawker sul caso sono quantomai calzanti. Ricorderete tutti Bill Cosby, il popolare "Signor Robinson", che proprio di recente ha letteralmente invaso il web con la notizia di un suo ritorno in attività. Tutti hanno un ricordo di lui pulito, quello di un'icona comica, un giullare della tv, un personaggio rassicurante. Eppure anche lui, così come Woody Allen, è stato trascinato in una storia di molestie sessuali, peraltro molto più recente rispetto a quelle del regista di "Blue Jasmine". Correva l'anno 2005, infatti, quando saltò fuori la prima accusa di una donna che sosteneva di essere stata drogata e stuprata dal comico:
Eravamo al ristorante con lui e tanti amici suoi, ad un certo punto mi disse: "Stai male, sembri avere la febbre. Prendi queste". Mi portò nel retro del ristorante e mi diede due capsule. In quel momento non pensai potessero farmi male ma, dopo l'assunzione, mi ritrovai a faccia in giù sul tavolo del ristorante, mi prese e mi portò nel mio appartamento. Lì cominciò ad abusare di me.
Una seconda accusa arrivò direttamente dalle telecamere di Today, a cui si rivolse Tamara Green che dichiarò di essere stata drogata e stuprata con le stesse modalità della prima donna. La terza accusa arriva nel 18 dicembre 2006 da parte di una donna che, alla rivista People, rivelò di essere stata violentata da Bill Cosby. Anche in questo caso le modalità restarono identiche, prima le pillole per il "mal di testa", poi l'appartamento e l'abuso sessuale.
Il punto è: la copertura mediatica sul caso "Cosby" è stata ben più dettagliata di quanto non lo sia stata quella sul caso "Allen" e, così come per il regista di "Manhattan", anche qui un tribunale si è pronunciato con l'impossibilità ad agire e contestare le violenze per insufficienza di prove. Però, come suggerisce Gawker, sembra ci sia più fatica a digerire un Woody Allen pedofilo, rispetto ad un Bill Cosby pluri-adescatore e molestatore di donne, con il trucchetto dell'aspirina che tutti i mali cura. Forse perché l'opinione pubblica proprio non riesce ad accettare che il "patriottico" Cosby, il nero d'America più divertente della storia della tv, possa essere effettivamente un predatore sessuale seriale.