Carla Laemmle muore a 104 anni, era la regina del cinema muto
Si è spenta a 104 anni la diva del cinema muto Carla Laemmle, nipote del fondatore della Universal, Carl Laemmle. L’attrice è morta il 12 giugno nella sua casa di Los Angeles per cause naturali, come riportato dal Los Angeles Times. La Laemmle era considerata uno degli ultimi artisti viventi del cinema muto di Hollywood e per questo idolatrata dagli addetti ai lavori e dai critici di tutto il mondo. Nata a Chicago, ma cresciuta ad Hollywood agli Universal Studios, dopo che suo zio Carl convinse suo fratello Giuseppe a trasferirsi con la sua famiglia dal Midwest in California, nei primi anni Venti, la Laemmle è apparsa in circa 17 film, a partire dal 1925. Uno dei più famosi è, senza dubbio, l’horror “Il Fantasma dell’Opera”, di Rupert Julian, in cui interpretava il ruolo di una ballerina.
Il cinema muto e la danza, le sue passioni
La sua passione per la danza, che iniziò a studiare in tenera età, l’aiutò molto ad ottenere il suo primo ruolo nel film di Julian, e non l’abbandonò mai. Altri film di successo furono “Il Re del Jazz” (1930), di John Murray Anderson e “Dracula”, di Tod Browning. Negli anni ’40, in seguito alla morte dello zio, scomparve, però dalle scene. Dopo oltre 60 anni di silenzio, ricompare sugli schermi a 92 anni, nel 2001, nel film horror “The Vampire Hunters Club” (2001), di Donald G. Glut e comparve tantissime volte in serie tv e talk show
Il libro di memorie degli anni vissuti alla Universal
Nel 2009 la Laemmle ha pubblicato anche il libro autobiografico “Growing up with monsters: my times at Universal Studios in rhymes”, nel quale parla degli anni d’oro vissuti alla Universal con suo zio Carl Laemmle, quando era all’apice del successo, quindi tra il 1921 e 1939. Nello stesso anno ha festeggiato il suo 100esimo compleanno all’Egyptian Theatre di Hollywood, con tantissimi amici attori, tra cui anche Arnold Schwarzenegger, allora governatore della California. Nel 2013 è uscito il suo ultimo film, il drammatico “A Sad State of Affairs”, di Matthew A. Lanoue e, 103 anni, la diva ne dimostrava almeno venti in meno.