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Cittadinanza a Ramy, Pif a Matteo Salvini: “Fa il bullo con un 13enne, è un bimbominkia”

Pif replica con durezza all’uscita di Matteo Salvini circa la possibilità di concedere la cittadinanza italiana a Ramy, tra i bambini eroi che hanno contribuito a sventare la possibile strage di San Donato Milanese. “Definirlo ministro della mala vita va oltre le sue capacità, è un bimbominkia” commenta Pierfrancesco Diliberto.
A cura di Stefania Rocco
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Pif replica con durezza all’uscita di Matteo Salvini circa la possibilità di concedere la cittadinanza italiana a Ramy, uno tra i bambini eroi che hanno contribuito a sventare la possibile strage di San Donato Milanese. In un post pubblicato su Instagram, l’attore prende ancora una volta le distanze dal Ministro dell’interno. Il tema, questa volta, è l’applicabilità della ius soli: “Abbiamo un ministro dell'interno che fa il bullo con un ragazzino di 13 anni. Definirlo ‘ministro della mala vita’ forse va al di là delle sue capacità. È semplicemente un BIMBOMINKIA”.

Il commento di Salvini sullo ius soli a Ramy

Vorrebbe avere lo ius soli? È una scelta che potrà fare quando verrà eletto parlamentare”: così Salvini, a margine del Forum di Confcommercio a Cernobbio, ha commentato la possibilità di concedere la cittadinanza italiana a Ramy. Al ragazzino di Crema di origini egiziane è stato da più parti attribuito il merito di avere contribuito a evitare una strage, durante il dirottamento del bus guidato Ousseynou Sy. Ramy, dimostrando notevole coraggio, ha telefonato alle forze dell’ordine mentre si trovava all’interno dell’autobus, riuscendo a dare l’allarme che ha permesso ai 51 allievi di uscire indenni dalla possibile tragedia.

Il padre di Ramy aveva chiesto la cittadinanza

Era stato il padre di Ramy, all’indomani della scampata strage a chiedere per il figlio 13enne la cittadinanza italiana.  Quel ragazzino di origini egiziane ha dimostrato di avere la stoffa dell’eroe, nascondendo il cellulare che poi avrebbe utilizzato per dare l’allarme. “Mio figlio ha fatto il suo dovere, sarebbe bello se ora ottenesse la cittadinanza italiana. Siamo egiziani, sono arrivato in Italia nel 2001, mio figlio è nato qui nel 2005, vorremmo tanto restare in questo Paese” ha commentato Khalid Shehata, il padre di Ramy. La replica di Salvini ha dimostrato di non avere abbracciato la linea della riconoscenza: “Stiamo facendo tutte le verifiche del caso perché prima di fare scelte così importanti bisogna aver controllato tutto e tutti”.

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