Claudio Santamaria: “Vivo il sesso in maniera libera”
La generazione di attori alla quale appartengono Claudio Santamaria e Stefano Accorsi sta ritrovando in questi mesi una vivacità sopita che li rimette al centro della scena da protagonisti di film, Lo chiamavano Jeeg Robot e Veloce come il vento, che si propongono di invertire la rotta del cinema italiano rispetto come lo avevamo concepito negli ultimi anni.
Lo sa bene Santamaria, candidato al David di Donatello 2016 come miglior attore protagonista, che in un'intervista al Corriere della Sera si è raccontato spiegando il percorso attraverso il quale è riuscito a diventare Enzo Ceccotti sul grande schermo, diretto da Gabriele Mainetti. Aumento di peso ("Sono arrivato a pesare un quintale"), supereroi preferiti, per lui che è definitivamente il primo supereroe italiano, ma soprattutto la sua vita di attore, uomo e padre, fatta di dubbi, insicurezze dissipate solo col tempo ed il lavoro:
Studiando al liceo artistico, ho sempre pensato che sarei diventato architetto. Disegnavo molto bene, avevo ottimi voti». E invece? «Mi divertivo a usare la voce, a inventare personaggi e fare le imitazioni. Dopo una prima esperienza nel doppiaggio, mi sono iscritto a un corso di recitazione trovato sulle Pagine gialle. Mi è capitato un bravo insegnante, Stefano Molinari, che veniva dal metodo Stanislavskij. È stato lui il primo a dirmi che avevo talento e mi ha scioccato: ci ho messo anni a prendere coscienza
Poi un periodo buio, durato diversi anni, dettato da quella vaghezza e discontinuità che regola la vita dell'attore, come vuole la prassi. Difficoltà che è riuscito a superare solo con l'impegno quotidiano e anche grazie agli affetti, come quello per la figlia di 8 anni: "[…] È difficile spiegarle quello che succede: l’istinto è quello di proteggerla, ma cerco anche di farle capire che esistono persone molto cattive. Posso preservarla dal voyeurismo, dalla speculazione della notizia, ma è giusto che sappia. Voglio instillare in lei semi di verità". Ma visto che Santamaria resta uno degli attori più desiderati sulla scena italiana, lui si misura con l'idea di essere un sex symbol ammettendolo: "Credo di esserlo, nel senso che vivo il sesso in maniera libera". Per conquistarlo ci vogliono intuito e sensibilità:
Penso che in tutti noi ci sia un lato maschile e uno femminile. L’essere umano è complesso e credo che ognuno dovrebbe seguire il proprio sviluppo naturale, senza forzature. Non sono uno di quei genitori che impongono alle femmine di giocare con le bambole, ai maschi con le macchinine. Mia figlia è ancora piccola, ma cerco comunque di assecondare le sue inclinazioni. Di intervenire solo se osservo comportamenti poco rispettosi di se stessa o degli altri