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#CoglioneNo, parla il collettivo ZERO: “Diamo voce ai problemi dei creativi”

Abbiamo intervistato Alessandro Grespan del collettivo “Zero Filmmakers”, autori della campagna virale #CoglioneNo. Con lui abbiamo parlato di futuro per i creativi e del web. Per quest’intervista, ovviamente, non era previsto nessun budget.
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Abbiamo intervistato Alessandro Grespan del collettivo "Zero Filmmakers", autori della campagna virale #CoglioneNo. Per quest'intervista, ovviamente, non era previsto nessun budget.

Immaginatevi un idraulico, chiamato d'urgenza alla domenica, per un intervento in un bagno. E' un giovane che, nonostante il giorno festivo, ha accettato ed ha diligentemente risolto il problema. Finito il servizio, questo giovane lavoratore richiede, come giusto, il suo onorario (anche maggiorato, ricordiamoci che è domenica) ma si sente rispondere dal cliente/committente: "Per questo progetto non c'è budget". E' quello che troppo spesso un giovane creativo, un freelance, si sente rispondere da chi, facendo leva sulla passione che li spinge, sfrutta i loro lavori e le loro competenze.

#CoglioneNo. Questa situazione è stata raccontata magistralmente dal collettivo "Zero Pirate Filmmakers", con una vera e propria campagna di sensibilizzazione per il rispetto dei lavori creativi. Tre clip che mostrano un idraulico, un giardiniere ed un antennista, chiamati a lavorare per poi ritrovarsi con l'assurdo "no budget" al momento del pagamento. Le clip, lanciate online il 12 gennaio su Youtube, hanno realizzato ad oggi una media di quasi 240.000 visualizzazioni per video. I "Zero Pirate Filmmakers" sono Niccolò Falsetti, Stefano De Marco ed Alessandro Grespan. Proprio con Alessandro abbiamo avuto una piacevole intervista su freelance, opportunità e web (non era previsto budget, ovviamente!).

GMD: La campagna #CoglioneNo ha avuto un hype incredibile perché racconta storie vere, vissute sulla pelle da tantissimi creativi e non, ogni giorno. Capita così spesso di avere a che fare con gli "stronzi" che denunciate nel video?

A: Ovviamente si, non lo nascondiamo, ma abbiamo pensato che invece di starci a litigare potevamo usare le nostre energie per dare voce a tanti altri, e forse fare qualcosa di più grande. Ci è piaciuta l'idea iniziale di paragonare i creativi ai lavoratori manuali, ma poi abbiamo voluto andare oltre e concentrarci sugli sfruttatori di turno per caratterizzarli fortemente, renderli veri: in questo ci ha aiutato un grandissimo Luca Di Giovanni. Ci abbiamo lavorato, ed eccoci qui. Non cambieremo il mondo da soli, lo sappiamo, ma il nostro ruolo di comunicatori è catturare un sentimento, impacchettarlo per bene e far parlare della cosa, dimostrando quanti siamo. Potere di "Pintebbhest".

GMD: Con #CoglioneNo c'è stata anche l'occasione di conoscere meglio i vostri lavori. Sembra che il "fil rouge" sia sempre e comunque la reazione, la ribellione verso i "massimi sistemi". E' corretto?

A: Questa cosa ci fa molto piacere. Da tempo lavoriamo a contenuti in cui cerchiamo di dire qualcosa della nostra generazione. Più che ribellione parliamo di disagio, ma cerchiamo di non fare i piagnoni e muoverci, agire con quello che sappiamo fare. In Dubbio Made in Italy parliamo del dilemma degli italiani all'estero (che ci tocca in prima persona), che è molto più contrastato e complesso di quanto si pensi quando si parla di semplice fuga degli italiani. Il tema si è poi evoluto con Erasmus 24_7 (www.erasmus247.com), il nostro primo film documentario in cui ci siamo trovati a riflettere su una cultura sovranazionale, una generazione Europea. Un'avventura dura ma bellissima. Non e' affatto facile, lo sappiamo e lavoriamo fino a notte, ogni giorno. Però questo è quello che sappiamo fare, e lo facciamo.

GMD: Avete davvero uno "staggista" così bravo a preparare i caffé? 

A: Con i caffè se la cava anche se deve migliorare con la schiuma per i cappuccini. Sul suo portfolio ci ha impressionato inoltre la capacità di arrampicarsi sui tetti con cassetta attrezzi e antenna. Che abbiamo sfruttato alla grande.

GMD: Qual è il vostro pensiero sulle webstar (Matano, JackaL, Willwoosh, ecc.) e sui punti di connessione che si stanno creando tra web e mainstream?

A: Siamo dei fan. Pensiamo che siano il sintomo di una generazione di videomaker e filmmaker che sta crescendo. Internet sta cambiando il mondo della comunicazione e dell'intrattenimento, e la cosa bella è che tanti dirigenti cinematografici o televisivi non conoscono gli strumenti per comunicare online. Gli strumenti li abbiamo noi giovani. In futuro i confini tra internet, Tv e cinema svaniranno, i contenuti saranno sempre più trainati dal pubblico che potrà scegliere cosa guardare, e allora chi ha quegli strumenti sarà in prima linea. Siamo all'inizio di un'epoca, è eccitante, per ora forse gli autori web si assomigliano ancora molto tra loro, sono pionieri, ma ci sarà spazio per tanti stili diversi.

GMD: Lascereste il web per scrivere esclusivamente per il cinema e la tv?

A: Scommettiamo che tra 5 anni questa domanda non avrà poi tanto senso? L'internet si mangerà tutto, una serie tv sarà anche web, i film al cinema dureranno 40 minuti. (Ok scusate questo era un delirio dello "staggista", ma c'è un fondo di verità). Cinema, tv o internet non fa differenza purchè troviamo un sistema di riconoscimento del nostro lavoro. Un sistema in cui chi scrive venga remunerato prima di produrre, in cui tutti sul set siano pagati, in cui non si debba stare a montare fino alle 4:20 di mattina per una scadenza inumana. Non sappiamo ancora se e dove questo sistema esista, ma lo chiederemo e lo inseguiremo. Altrimenti ci troviamo un altro lavoro. Stefano e' un bravissimo meccanico, sul serio. Si bulla sempre di aver smontato e rimontato pezzo su pezzo la sua Mini Cooper dell'89. (l'avete vista sul corto/esperimento Cane?)

GMD: C'è una realtà del web (sia esso un progetto editoriale o un gruppo di filmmaker come voi) che apprezzate in particolare?

A: Questa è la domanda più difficile perché siamo in tre a rispondere, di solito si discute sempre su tutto, ma qui si litiga di brutto (abbiamo gusti molto diversi a volte, forse è una ricchezza!). Ci sono giovani che meritano di dire la loro e lo faranno, perché sono bravi. Speriamo di esserci anche noi. Ci sentiamo fortunati per l'occasione di visibilità che abbiamo in questi giorni e vogliamo rimanere parte di un coro, quasi senza protagonisti, perché siamo in tanti. Come iniziativa web, visto il successo di #coglioneNo rimaniamo in tema e segnaliamo la petizione di Creativi.eu, Rivoluzione Creativa. E poi ringraziare Benjamin Maier – il nostro direttore della fotografia di fiducia – e Lorenzo Schirru – sound man. Senza di loro non saremmo qui.

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