Curiosità “Ultimo tango a Parigi”: il film nasce da un sogno erotico di Bernardo Bertolucci
“Ultimo tango a Parigi”, uno dei capolavori assoluti di Bernardo Bertolucci, usciva 47 anni fa e ha come protagonista l’indimenticabile Marlon Brando, nei panni di Paul, un americano 45enne trapiantato a Parigi che, dopo il suicidio della moglie, sembra aver perso qualsiasi stimolo. Un giorno, incontra la 20enne Jeanne (Maria Schneider) in un appartamento vuoto che i due si ritrovano a visitare. Tra i due sconosciuti scatta subito la passione e, da quel momento, tra di loro nasce un rapporto basato solamente sul sesso, ignorando tutto il resto, persino i rispettivi nomi, fino al tragico finale. Ovviamente, all’epoca, il film suscitò scandalo ma ottenne un grandissimo successo di pubblico, che lo premiò con 96 milioni di dollari, riuscendo a portare a casa anche due nomination agli Oscar come Miglior regista e Miglior attore protagonista. Ci sono, però, 5 curiosità che forse non sapevate.
1. L’idea del film nasce da un sogno erotico del regista
Il regista ha rivelato che l’idea del film nacque da un suo sogno erotico in cui Bertolucci incontra e fa l’amore con una donna incontrata per strada, senza nemmeno conoscere il suo nome. Tutto ciò avveniva in una stanza isolata dal resto del mondo. Poco dopo, tradusse le sue idee in una sceneggiatura che poi sviluppò con Franco Arcalli.
2. I protagonisti dovevano essere Jean-Louis Trintignant e Dominique Sanda
Inizialmente, Bertolucci voleva come coppia protagonista quella formata da Jean-Louis Trintignant e Dominique Sanda. L’attore, però, dopo aver letto lo script, non se la sentiva di spogliarsi integralmente, invece la Sanda era incinta e quindi declinò l’offerta. Successivamente, il ruolo di Paul fu proposto anche a Jean-Paul Belmondo e Alain Delon, ma entrambi rifiutarono. Brando accettò il ruolo solo dopo aver visto “Il conformista” e incontrato Bertolucci.
3. Maria Shneider non sapeva della “scena del burro”
Maria Schneider affermò che la famosa “scena del burro”, in cui Paul sodomizza Jean, le causò seri problemi psicologici, definendola una vera e propria violenza di cui non era a conoscenza. Bertolucci, anni dopo, le diede ragione, asserendo che solo lui e Brando lo sapevano ma non lo dissero all’attrice per ottenere un effetto più realistico. Solo nel 2013, il regista ha dichiarato di sentirsi colpevole per quello che aveva fatto provare all’attrice, ma che non poteva essere condannato per questo.
4. I guai giudiziari e la censura
I guai giudiziari del film iniziano nell’ottobre del 1972, quando la pellicola fu sequestrata per “pansessualismo esasperato e fine a se stesso”. Nel gennaio 1976, una sentenza della Cassazione condannò il film al “rogo”, quindi alla distruzione e Bertolucci, Brando, lo sceneggiatore Franco Arcalli e il produttore Alberto Grimaldi a due mesi di prigione (pena che poi fu sospesa). Solo nel 1987 il film fu riabilitato dalla censura e ciò permise la riprogrammazione nelle sale e anche in tv.
5. La critica di Ingmar Bergman
Tra le tante critiche ricevute da “Ultimo tango a Parigi”, ci fu anche quella del grande Ingmar Bergman. Il fenomenale regista disse che il film avrebbe avuto senso e sarebbe stato davvero interessante solo se fosse stato incentrato sulla storia di due omosessuali.