Depardieu: “I registi italiani sono tutti comunisti”
Gérard Depardieu senza freni in un'intervista, a tratti esilarante, rilasciata al Corriere della Sera a pochi giorni dal suo arrivo in Italia, il prossimo 5 luglio al Festival di Spoleto, per presentare "Love Letters", l'ultimo lavoro teatrale che lo vedrà protagonista con Anouk Aimée. In particolare ha voluto rispondere alle critiche che gli ha messo Ettore Scola, il regista romano nei giorni scorsi definì l'attore francese un "evasore fiscale". Il riferimento è alla cittadinanza russa presa dopo le polemiche con il Fisco francese, la replica di Depardieu è sorniona e furba:
Non sono andato a Mosca per evadere le tasse ma perché Putin mi ha dato un passaporto e perché mi piace la letteratura russa. Non è una questione di soldi, io vengo dalla terra, sono nato povero, sai che me ne frega dei soldi.
E sulla critica di Ettore Scola, Depardieu replica così:
Abbiamo un progetto per un film, una bellissima storia di cui non voglio parlare. Prima Scola non voleva farlo perché lo produceva Berlusconi e ora non so. Non credo che troveranno i soldi. Amo Ettore Scola anche se mi ha criticato. Io non sono né di sinistra né di destra, glielo dissi tanto tempo fa a Bertolucci, voi registi italiani siete tutti comunisti, però avete case dappertutto. Mi rispose che in Russia è pieno di Mercedes. Io sono un essere vivente, mi piace la vita. Sono un cittadino del mondo, in Russia sono un viaggiatore e basta.
La politica francese annoia Gerard Depardieu, che infatti risponde così quando gli viene chiesto un commento sul recente stato di fermo per Nicolas Sarkozy:
Sui guai giudiziari di Sarkozy non ho niente da dire. Seguo con interesse il vostro Renzi, mentre Beppe Grillo non mi piace… Ho conosciuto Fidel Castro, Giovanni Paolo II, Mitterand. Ma parliamo di ‘Love Letters', la politica mi annoia
Il caso "Welcome to New York" di Abel Ferrara
Gerard Depardieu è nel cast del caso internazionale "Welcome to New York", il film di Abel Ferrara, incentrato sulla vicenda scandalo di Dominique Strauss-Khan, ex testa del Fmi e aspirante candidato alle presidenziali francesi, prima che lo scandalo sessuale facesse naufragare definitivamente questa ipotesi.
La pellicola ha ricevuto un duro trattamento al Festival di Cannes, con la giuria che l'ha di fatto esclusa dalla manifestazione, nonostante l’evidente coincidenza nei tempi d’uscita ed anche per i contenuti, che vedono un Depardieu perso tra sesso e orge, a inscenare il rapporto complicato che l’aspirante candidato alle presidenziali francesi aveva con la moglie, la giornalista Anne Sinclair (interpretata nel film da Jacqueline Bisset).