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È morto Rutger Hauer, fantastico androide in Blade Runner

È morto Rutger Hauer. L’attore, 75 anni, ha segnato un’epoca indimenticabile per il cinema mondiale grazie all ruolo di Roy Batty in “Blade Runner”. Il monologo tratto dal film, “Ho visto cose che voi umani…”, è probabilmente una delle migliori riflessioni che il cinema ha fatto sulla caducità delle cose umane.
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È morto Rutger Hauer. L'attore, 75 anni, ha segnato un'epoca indimenticabile per il cinema mondiale grazie all ruolo di Roy Batty in "Blade Runner". È morto il 19 luglio nella sua casa in Olanda, dopo una breve malattia. A darne annuncio il suo agente, Steve Kenis, che ha confermato solo oggi la notizia alla stampa. I funerali si sono già svolti in forma privata questa mattina.

La carriera di Rutger Hauer

Nato a Breukelen, in Olanda, Rutger Hauer è stato un attore versatile, conosciuto in tutto il mondo soprattutto per "Blade Runner", diventato brevemente un cult assoluto del cinema di fantascienza. Più di recente era apparso nel comic-movie "Sin City" di Frank Miller (2005), nel ruolo del Cardinale Roark. La sua carriera ha una svolta nell'incontro con il regista Paul Verhoeven: "Fiori di carne" nel 1973 è il film che gli apre le porte di Hollywood. Lavorerà con il regista ancora l'anno seguente in "Kitty Tippel", in "Soldato d'Orange" e in "Spetters". Nel 1981 è accanto a Sylvester Stallone con "I falchi della notte". L'anno seguente è quello di "Blade Runner" al fianco di Harrison Ford. Nel 1985 è nel film romantico di grande successo "Ladyhawke" con Michelle Pfeiffer.

Il monologo di Blade Runner

Fu lui a intepretare il personaggio rimasto nell'immaginario monologo per il famoso monologo "Io ne ho viste cose che voi umani…". Il monologo, un flusso interiore in cui l'androide (o replicante) si indaga sul senso della sua esistenza e della sua morte, è probabilmente una delle più alte espressioni cinematografiche della caducità delle cose umane.

Il rapporto con Ermanno Olmi

Era legato da una profonda amicizia con il regista italiano Ermanno Olmi, che seppe valorizzare il lato più mistico della sua personalità. In "La leggenda del santo bevitore", del 1989, l'attore è un vagabondo alcolizzato che muore in una chiesa, pagando il suo debito a Dio. Olmi lo rivolle con sé per uno dei suoi ultimi film, "Il villaggio di cartone" del 2011.

I suoi personaggi

I suoi personaggi, mai banali. Non solo il replicante Roy in "Blade Runner", non solo il cavaliere senza macchia Etienne Navarre in "Ladyhawke". Molti ricordano il pazzo criminale di "The Hitcher – La lunga strada della paura", John Ryder. Il mondo del cinema perde un personaggi incredibilmente versatile, capace di interpretazioni che hanno segnato indiscutibilmente la settima arte.

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