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El Chapo, Sean Penn: “Il governo messicano si sente umiliato e vuole mettermi in pericolo”

Sean Penn rompe il silenzio e commenta la polemica scaturita dal suo incontro con El Chapo. L’attore spiega di non aver avuto affatto un ruolo “essenziale” nella cattura. A suo dire, le autorità messicane avrebbero fatto intendere questo per metterlo in pericolo perché si sentirebbero umiliate.
A cura di D.S.
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Nei giorni scorsi, Sean Penn è stato investito da un'enorme polemica per aver incontrato El Chapo, boss messicano del narcotraffico mondiale. In queste ore, l'attore ha rotto il silenzio, concedendo un'intervista alla Cbs. Ha spiegato di essere amareggiato per le critiche ricevute e di avere un "terribile rimpianto". A suo dire, il polverone che si è sollevato, avrebbe oscurato quello che era il suo vero scopo:

"Ho il rimpianto che le polemiche su questa vicenda abbiano oscurato quello che era il mio vero scopo ossia quello di contribuire al dibattito sulle politiche per la lotta alla droga".

Riferendosi al tanto chiacchierato suo articolo uscito su Rolling Stone ha dichiarato:

"Vorrei essere chiaro, il mio articolo ha fallito".

Sean Penn ha spiegato di essere riuscito a contattare il boss, perché lui non è un giornalista tradizionale. A suo dire, le autorità si sarebbero risentite per aver fallito, dove è riuscito un semplice attore:

"Sappiamo che il governo messicano si sente chiaramente molto umiliato dal fatto che qualcuno abbia trovato il boss prima di loro. In realtà nessuno lo ha trovato prima di loro. Non siamo più intelligenti della Dea e degli 007 messicani. Abbiamo solo avuto un contatto grazie al quale siamo stati in grado di avere un invito".

Ora si sente in pericolo anche se assicura di "non aver paura per la sua vita". Secondo quanto riportato da The Guardian sarebbe convinto che le autorità messicane abbiano contribuito a diffondere l'idea che lui sia stato "essenziale" nella cattura di El Chapo, per far ricadere la colpa su di lui e metterlo in pericolo. L'attore, infatti, ha voluto fare un'ultima precisazione:

"C'è una sorta di mito sulla visita che i miei colleghi e io abbiamo fatto a El Chapo. Il Procuratore Generale del Messico l'ha definita "essenziale" per la sua cattura. Noi ci siamo incontrati molte settimane prima…il 2 ottobre, in un posto lontano rispetto a quello in cui è stato catturato".

El Chapo, intanto, rischia una condanna a morte negli Stati Uniti. Sean Penn, invece, è indagato.

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