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Enel si scaglia contro Greenpeace per il corto di Calopresti

Nuova querelle per Enel, il colosso dell’energia italiano, che ha diffidato Greenpeace per il cortometraggio “Uno al giorno”, diretto da Mimmo Calopresti e applaudito ieri al Festival di Roma.
A cura di Ciro Brandi
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Uno al giorno

Enel, il colosso italiano dell’energia, ha prontamente (e nuovamente) diffidato Greenpeace, la celebre associazione ambientalista, a causa delle presunte calunnie contenute nel cortometraggio di Mimmo Calopresti, dal titolo “Uno al giorno”, presentato ieri all’apertura del Festival di Roma. La polemica è esplosa dopo che Greenpeace Italia ha pubblicato sul suo sito, senza mezzi termini, che il titolo “Uno al giorno” si riferisce al fatto che il carbone di Enel causa un morto prematuro al giorno e 1,8 miliardi di euro l’anno di danni alla salute, all’economia e all’ambiente. Apriti cielo. Enel ha inviato la diffida invitando l’associazione a rimuovere immediatamente il filmato dal proprio sito e ad astenersi da ulteriori diffamazioni.

Uno al giorno

Il corto in questione ha riscosso, comunque, tantissimo successo ieri al Festival, aiutato anche dal cast di richiamo, composto da Alessandro Haber, Pino Quartullo, Paolo Briguglia, Sandra Ceccarelli, e la colonna sonora dei Subsonica. Tutti questi artisti hanno lavorato a titolo gratuito. Dal canto suo, Mimmo Calopresti ha dichiarato che la sua collaborazione con Greenpeace è stata dettata dalla voglia di dire agli italiani la verità, cosa sia in realtà il carbone e quali danni arrechi alla salute. Il 41% dell’elettricità fornita da Enel proviene proprio da questo  combustibile e il colosso è intenzionato, a quanto pare, a costruire nuove centrali. Greenpeace ha sempre chiesto la cancellazione di questi nuovi progetti, il dimezzamento della produzione elettrica da carbone entro il 2020 e l’azzeramento al 2030, orientandosi verso lo sviluppo di fonti rinnovabili e pulite. Visti i successi già ottenuti in passato dall’associazione proprio contro Enel, Greenpeace non si tirerà assolutamente indietro di fronte a quest’altra battaglia, che si giocherà con dati alla mano.

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