Filippo Timi rivela: “Ero ossessionato dall’Aids”
E' un periodo davvero ricco di soddisfazioni e sfide lavorative per l'attore Filippo Timi. E' tra i nomi italiani che hanno un ruolo da protagonista nella 66esima edizione del Festival di Cannes. A volte il destino, però, sembra riuscire a combinare i tasselli dell'esistenza in maniera quasi sorprendente. Timi, infatti, è presente a Cannes con il film Un castello in Italia, diretto da Valeria Bruni Tedeschi e che mette in scena una ricostruzione autobiografica della storia della sua famiglia.
L'attore interpreta il ruolo di Virginio, fratello della regista, morto di Aids a 46 anni. Come ha rivelato alla rivista Io Donna, per l'attore è stato davvero difficile incarnare questo ruolo:
"Per me è stato un set durissimo soprattutto perché sono dovuto dimagrire 18 chili, con tutte le conseguenze: perdi la memoria, ti si rallenta il corpo, hai incubi pazzeschi. Un giorno non muovevo più un piede, il nervo batteva sull'osso: è stato un abisso"
Come dicevamo, a volte il destino ci pone di fronte a modi creativi di affrontare le nostre paure. L'attore, infatti, ha raccontato di come vivesse il pensiero dell'Aids quando aveva 23 anni:
"Ero ossessionato dall'Aids, non riuscivo neppure a stringere la mano alle persone. Un blocco fisico-emotivo tremendo: sono stato da una freudiana che mi ha devastato e dopo un paio di mesi ho mollato"
Lavorare su questo film sembra aver costretto l'attore a scavare profondamente nel suo subconscio tanto da far riemergere caratteristiche che avevano segnato la sua infanzia. Provando a perfezionare il suo francese, infatti, l'attore ha ripreso a balbettare:
"Mi sono scervellato, alla fine ho capito: quel lavoro mi ha riportato all'infanzia (quando si imparano le prime parole) e io da piccolo balbettavo. Crescendo, ho fatto un grosso lavoro per tartagliare di meno"