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Forza Italia vuole sequestro del film ‘Belluscone’: “Basta col cliché della mafia”

Il film di Franco Maresco è stato accolto da dieci minuti di applausi alla prima a Venezia e affronta in qualche modo il rapporto tra Berlusconi e la Sicilia. Lara Comi aveva già contestato la pellicola, Malan di Forza Italia rincara la dose: “Italia paese straordinario, purtroppo si insiste sui cliché”
A cura di Andrea Parrella
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Sono stati applausi a scena aperta quelli che Venezia 71 ha riservato a "Belluscone", il film di Franco Maresca che ha debuttato al Lido ed aveva avuto, nelle precedenti proiezioni stampa, un'accoglienza calorosa. Si tratta di un'opera atipica, la narrazione di un film che in realtà non si è riusciti a realizzare e che avrebbe voluto narrare del rapporto tra Berlusconi e la Sicilia, servendosi dell'espediente narrativo delle disavventure dell’impresario palermitano di cantanti neomelodici, Ciccio Mira, sostenitore dell'ex premier e nostalgicamente attaccato all'immagine della mafia di un tempo, e dei due artisti che segue, Erik e Vittorio Ricciardi, che si esibiscono nelle piazze palermitane con la canzone scritta dal primo dal titolo Vorrei conoscere Berlusconi. Alla prima veneziana Franco Maresco non era presente, cosa che aveva offerto a Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia, l'assist per attaccare il film, che sicuramente non offre un'immagine positiva di Silvio Berlusconi:

Bisogna far capire che, anche da parte degli elettori di centro-destra e di centro-sinistra, sia necessario voltare pagina. E’ fondamentale quindi concentrarsi su tematiche molto più concrete, come il lavoro: che girassero un film su come trovare il lavoro, o su come limitare la disoccupazione, oppure su come limitare la burocrazia. Allora, secondo me, l’audience e i guadagni sarebbero sicuramente più alti”. “Cercano di fare business infangando il presidente, e il regista ha anche dimostrato poco coraggio non presentandosi alla prima. Io posso dare un piccolo consiglio: che il regista si esponga e dica perché ha fatto questo film, se in una situazione di grande crisi gli sembrava questa una priorità, piuttosto che raccontare la realtà italiana

Malan di Forza Italia: "Non è satira, c'è ben poco da ridere"

A rincarare la dose è stato il senatore di Forza Italia Malan, che in un'intervista rilasciata nel pomeriggio a Klaus Davi ha chiesto il sequestro della pellicola, adducendo motivazioni non troppo lontane da quelle della collega di partito: "E' doveroso un atto di questo genere nel momento in cui si va al di là della critica, della satira. Qui non c’è proprio nessuna satira: c’è purtroppo ben poco da ridere. C’è piuttosto un attacco a una persona, a una intera parte del Paese, a un movimento politico, per cui credo che sia doveroso agire a difesa della dignità del nostro Paese, dei nostri elettori, oltre che della persona di Silvio Berlusconi". Un argomento non più al asso coi tempi, sostiene in qualche modo Malan, proseguendo nel dire che "sono tre anni che Berlusconi non è più al governo italiano, quindi bisognerebbe parlare di qualcos’altro. Si potrebbe parlare anche di quello che c’è di bello in Italia: il cinema può essere un veicolo eccezionale di promozione, non solo turistica, ma anche economica in generale, ma purtroppo c’è un eccessivo indulgere sulla mafia, sulla mafiosità, come se tutta l’Italia fosse fatta di mafiosi o di realtà delinquenziali. L’Italia è invece un Paese straordinario, il primo per tanti parametri, e purtroppo si insiste molto più di quanto facciano gli stranieri su questo cliché della mafia, della gentaglia, e così via". 

Berlusconi e il cinema

Non si tratta d'altronde della prima operazione cinematografica incentrata sulla figura dell'ex premier, a lui riferita senza troppe finzioni narrative o riferimenti indiretti: Nanni Moretti con "Il Caimano" aveva fatto da apripista, con il film del decennio scorso che aveva provocato un vero e proprio terremoto in termini di polemiche, anche lui si servì del pretesto metapoetico della storia di un regista che provava a realizzare un film sul premier. Poi ci sono stati "Silvio Forever", il primo un ironico ma spietato excursus sulla nascita dell'imprenditore e poi del politico, poi il secondo, che più che di Berlusconi in sé, per citare come sempre Gaber, affrontava il fenomeno del Berlusconi in me, o in noi. E sono state molte altre le pellicole che, pur in maniera più indiretta, avevano come punto focale la figura dell'ex premier, si pensi, su tutti, a Draquila di Sabina Guzzanti.

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