Francesco Invernizzi firma “Bernini”, viaggio tra i capolavori del genio del barocco
Il 12, 13 e 14 novembre arriverà nelle nostre sale “Bernini”, straordinario documentario che inaugura la stagione de “L’arte al cinema”, una serie di progetti distribuita da Magnitudo e Chili. Il regista di questa magica opera è Francesco Invernizzi che racconta le opere del genio del barocco attraverso la mostra che gli è stata dedicata alla Galleria Borghese, a Roma, dal 1° novembre 2017 al 4 febbraio 2018.
La storia di Gian Lorenzo Bernini
Gian Lorenzo Bernini è, senza dubbio, uno dei più grandi artisti italiani di sempre. Nacque a Napoli nel 1598 e, sin da piccolo, grazie al padre Pietro, era affascinato dalla lavorazione del marmo. A soli 8 anni si trasferì a Roma, sotto il pontificato di Paolo V, e una volta qui intraprese un lungo sodalizio con il Cardinale Scipione Cafferelli-Borghese e per lui realizzò le sue più grandi opere, tra cui spiccano “Enea, Anchise e Ascanio fuggitivi da Troia”, “Il Ratto di Proserpina”, il “David” e “L’Apollo e Dafne”. La svolta avviene nel 1623, quando il suo mecenate Matteo Barberini divenne Papa col nome di Urbano VIII e iniziò ad affidargli progetti architettonici e urbanistici di grande importanza, fino alla morte di Bernini, avvenuta il 28 novembre 1680.
60 capolavori ripresi in maniera inedita
Nel documentario di Invernizzi è possibile vedere oltre 60 capolavori del grande artista, a cinque secoli dalla nascita dei suoi grandiosi e impressionanti gruppi scultorei. Il regista ci racconta i dettagli di queste opere attraverso riprese inedite e di altissima qualità, col contributo di grandi professionisti, tra cui la stessa direttrice della Galleria Borghese, Anna Coliva, il Direttore della Fondazione Zeri Andrea Bacchi e lo storico dell’arte Luigi Ficacci.
Proprio Anna Coliva ha dichiarato quanto segue:
Ci siamo fatti guidare da Bernini. La sua prima opera monumentale l’ha fatta quando aveva 18 anni. Fu una sfida, si confrontava con l’antico. In seguito, ha lavorato per ben 9 papi e noi abbiamo fatto un lungo studio per comprendere questo grande talento scultoreo, forse superiore addirittura a Michelangelo. Lavorava il marmo come se fosse una materia morbida, con tecniche assolutamente tradizionali. Fu una rivoluzione linguistica.
Non ci resta altro che andare al cinema per vivere appieno la magia delle sue opere eterne.