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Francesco Nuti non parla, ma scrive: “Chi si vergogna di me si vergogni di sé”

Una lunga intervista rilasciata al Corriere fiorentino attraverso le battute della sua tastiera. È così che il noto regista fiorentino ha deciso di comunicare con il mondo, definendosi guarito e pronto a ricominciare con due nuove sceneggiature.
A cura di Eleonora D'Amore
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Chi ha paura di Francesco Nuti? Questa la domanda posta di recente da suo fratello Giovanni, alla quale la rete pare aver risposto in maniera univoca. In molti, e non solo i suoi fan, vorrebbero che tornasse a fare film e non vedono l'ora di poter assistere in sala ad una delle sue nuove creazioni. Due sceneggiature sarebbero già pronte, una dedicata ad una donna e l'altra ad un bambino, ed è per questo che il fratello maggiore ha lanciato un appello ad eventuali produttori coraggiosi, riportando alla memoria la storica collaborazione di Wim Wenders con Michelangelo Antonioni del 1995, quando quest'ultimo dovette essere aiutato nella realizzazione del film Al di là delle nuvole.

"Non bevetevi il cervello", il messaggio ai giovani – Il ritorno in pubblico è previsto per sabato 5 ottobre, in occasione del Mandela Forum a Firenze, al quale presenzierà in sostegno dei ragazzi down delle famiglie di Trisomia. Nuti non può parlare, ma capisce tutto e scrive. Il Corriere fiorentino è riuscito, infatti, ad intervistarlo grazie alle battute della sua tastiera. "Sono vissuto per almeno 10 anni con la febbre a quaranta, ora la febbre è passata. Ai giovani dico: ‘'non bevetevi il cervello'", esordisce così il noto regista, commentando l'improvviso silenzio calato intorno alla sua persona: "Ti rispondo con una frase che ho scritto nella mia biografia: ‘‘chi si vergogna di me si vergogni di sé’’". Attualmente oltre alla pittura, la scrittura e la televisione, c'è altro che continua ad appassionarlo: "Disegno molto e amo ancora il biliardo, appena posso vado al Circolo di Narnali e mi tuffo in quel panno verde, butto le palle con la mano sinistra e loro mi ringraziano con un ‘‘toc’’".

Il bisogno di gioventù e l'amore per Ginevra – Alla domanda su chi vorrebbe che accettasse la proposta di realizzare il suo prossimo film, risponde: "Ho 57 anni, un po’ acciaccato e non parlo, ma capisco e vedo tutto, posso dire tutto con il mio comunicatore. Ho bisogno di gioventù intorno a me, ma anche la mia vecchia squadra sarebbe chiamata in prima linea", specificando che sua figlia Ginevra (la prima papabile per il ruolo di assistente), per ora "Studia. Ha bisogno di studiare e di avere amicizie sincere, il resto viene dopo". Nessuna sua pellicola potrà mai essere rinnegata, "Sono tutte figlie dello stesso padre", e ormai è quasi inutile rivederle tutte perché le conosce a memoria.

Eutanasia? "Ora sono guarito" – Di Papa Francesco pensa "che ha un bel nome" e riguardo l'ipotesi di un gesto estremo, volto all'eutanasia in una delle cliniche svizzere e olandesi dove è possibile portarla a termine, non ha dubbi nel replicare: "Ora sono guarito, non so se ci siamo intesi". Insomma Cecco è tornato, anche se purtroppo come Willy Signori sta venendo da lontano.

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