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Francesco Rutelli: “L’impatto del Covid sul cinema? Disastro senza precedenti nella storia d’Italia”

Francesco Rutelli, presidente dell’ANICA, è intervenuto nel corso di una commissione al Senato sull’impatto del Covid-19 nel settore culturale. Nel suo intervento ha sottolineato come il cinema e l’audiovisivo abbiano subito delle perdite incredibili, mai verificatesi prima d’ora in Italia e chiedendo che il Governo aiuti le industrie cinematografiche a ripartire.
A cura di Ilaria Costabile
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Sono ancora tanti i danni che devono essere risanati in questa fase di ripresa post emergenza sanitaria da nuovo coronavirus. Il lockdown ha comportato una perdita notevole in tutti i settori dell'economia, in cui rientra a pieno titolo anche quello dell'intrattenimento e della cultura. A questo proposito, nel corso della 7° Commissione Senato su “L’impatto del Covid-19 sul settore della cultura” si è espresso Francesco Rutelli, presidente dell'ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive), che ha disegnato un quadro disastroso sull'andamento del cinema da febbraio a giugno di quest'anno.

L'impatto del cinema sull'economia italiana

Nel suo intervento, Rutelli, ha esaminato le problematiche dell’industria cinematografica e più in generale del settore dell’audiovisivo in seguito al sopraggiungere della pandemia, ne è emerso un quadro preoccupante e non facile da risanare, nel quale l'Italia deve lottare ancor di più per non perdere terreno in un settore così predominante nell'ambito culturale. “Ci troviamo in un contesto in cui la criticità è globale e la competizione globale sarà sempre più severa: l’Italia non può perdere un posizionamento decisivo, per la nostra autorevolezza internazionale e la tenuta di un comparto di grande valore produttivo, creativo e per l'occupazione. Cinema e audiovisivo hanno un forte impatto sul lavoro, una funzione importante di coesione sociale, di promozione delle diversità, di valorizzazione della creatività e capacità industriali preziose" ha dichiarato il presidente.

Gli effetti della pandemia sul settore cinematografico

L'obiettivo, adesso, è quello di recuperare ogni possibile risorsa che in questi mesi di chiusura totale è andata perduta. La pandemia, infatti, ha gettato il settore dell'audiovisivo in quella che Francesco Rutelli definisce come "una dimensione devastante" e mai verificatasi in Italia prima d'ora:

La filiera deve quindi collaborare nel rispetto del ruolo di ciascuno, per far crescere un ecosistema che non può che essere integrato, tra sale, tv, piattaforme e nuove modalità di fruizione. La pandemia ha provocato, dall'inizio dell'anno, la perdita di oltre 25 milioni di spettatori nei Cinema, una dimensione devastante mai avvenuta nella storia di queste industrie che rappresentano la forma di entertainment, cultura e socialità più popolare ed accessibile d'Italia. Ancora nel mese di gennaio, avevamo registrato + 4 milioni di spettatori nelle sale, dopo un anno già molto positivo. Poi è iniziato il disastro.

Rutelli chiede l'aiuto del Governo

I tentativi di recuperare terreno in quello che, a tutti gli effetti, è un settore disastrato dovrebbero essere supportati dal Governo, o almeno questo è quanto chiede il Presidente dell'ANICA, sottolineando l'importanza che il settore dell'audiovisivo ha avuto e continua ad avere non solo dal punto di vista culturale, ma anche da quello lavorativo, dal momento che migliaia di persone vi sono impiegate e rischiano di non poter più lavorare dopo mesi di affanni:

È importante che venga sostenuto anche dal Governo nelle prossime settimane l’esperimento di Moviement Village, con arene all’aperto, drive-in e altri fenomeni che consentano a tante persone di partecipare, e alle decine di migliaia di persone che rischiano di non trovare più il loro lavoro di poter ripartire. Aspettiamo con fiducia dal Governo strumenti immediati per l’adeguamento del tax credit produzione, col supporto per le misure di sicurezza: oneri importanti e aggiuntivi per poter girare, per consentire la riapertura dei set, tutelando la salute di maestranze, attori e lavoratori, garantendo le coperture assicurative. Oggi investire su questo comparto è importante più che mai per il nostro Paese.

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