Gangster Squad e il tentativo fallito di rilanciare un genere (RECENSIONE)
Sarebbe voluto essere un gangster movie che rilanciasse il genere spingendolo verso un nuovo stile, ma il risultato è ben diverso. Con un cast straordinario come questo, con pezzi da novanta come Josh Brolin, Ryan Gosling, Emma Stone, Giovanni Ribisi per non parlare di Sean Penn, il minimo da aspettarsi era un film all'altezza della filmografia di ognuno di questi attori ma non è così. Il sentore che "Gangster Squad", film diretto da Ruben Fleischer non fosse all'altezza delle aspettative, dovevamo averlo già dai pareri del pubblico oltreoceano. Uscito a gennaio scorso negli Stati Uniti la pellicola ha raccolto recensioni non proprio positive e su Rotten Tomatoes, la bibbia dei cinefili americani, ha totalizzato un misero 34%, voto a furor di popolo. Sceneggiato dall'ex agente della polizia, Will Beall e basato su una serie di articoli scritti da Paul Lieberman sull'L.A. Times il film pone l'accento sulla lotta alla criminalità che negli anni '50 attanagliava la città di Los Angeles.
Siamo nella Hollywood del 1949, la città è tenuta sotto scacco dal boss locale noto col nome di Michey Cohen. Il gangster fa il bello e il cattivo tempo, racimola soldi sporchi dal commercio di droga e dalla prostituzione, tiene in piedi diversi casinò e non si esime dal farsi rispettare arrivando anche a uccidere chi prova a pararsi di fronte a lui. Ecco, questo ruolo sembrerebbe avere bisogno di poche presentazioni, non difficile da interpretare anche perchè l'iconografia del boss malavitoso vanta esempi illustri, primo fra tutti il Padrino, ampiamente citato nel film. Ma Sean Penn, che presta il volto (sfigurato) al personaggio non riesce nell'intento, anzi rischia di ricadere in una mera caricatura di sé stesso. Volto spigoloso, occhio schizzato l'attore due volte premio Oscar questa volta ha toppato alla grande risultando forse il più scarso della pellicola, anche peggio di Brolin, sempre immobile nelle sue interpretazioni.
È passando alla banda di poliziotti, capitanata da Josh Brolin, che si riesce a trovare qualche aspetto positivo della pellicola. Ryan Gosling riesce, complice la bellissima Emma Stone, a compiacere lo spettatore con una recitazione spontanea non facile in un film del genere. Fra i due si ricrea un'alchimia naturale che dà credibilità alla storia, per quanto i dialoghi che si ritrovano fra le mani non riescano comunque a far risaltare i loro personaggi. In un ruolo minore ma non per bravura, Giovanni Ribisi, che strappa qualche risata (voluta), nel ruolo del poliziotto appassionato di scienza Conway Keeler. È un peccato rimanere delusi da questo progetto che sembrava poter rispolverare il genere poliziesco al quale la filmografia mondiale ci ha fatto affezionare negli anni ma l'intento purtroppo è stato mancato.