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Giulia Fossà, dal successo di “Volevo i pantaloni” alla carriera di giornalista

Nel lontano 1990 divenne famosa per il ruolo di Annetta, adolescente siciliana che si ribella al maschilismo dei severi genitori e agli abusi dello zio nel film cult diretto da Maurizio Ponzi. Poi, l’addio alle scene una manciata di anni dopo: da allora, Giulia Fossà si è specializzata nella carriera di giornalista, dirigendo reportage e scrivendo saggi politici sul post 11 settembre.
A cura di Valeria Morini
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Nel 1990, il cinema italiano fu "scosso" dal grande successo di "Volevo i pantaloni", l'adattamento sul grande schermo di un romanzo semi-autobiografico pubblicato l'anno precedente dalla 19enne Lara Cardella e trasformatosi in un vero e proprio fenomeno culturale. La storia di una ragazza siciliana che cerca di ribellarsi alle restrizioni dei suoi severi genitori, succubi di una mentalità retrograda, conquistò il pubblico di un'Italia ancora sospesa tra lo slancio moderno ed edonista degli anni 80 e i ricordi di un passato arretrato e maschilista duro da cancellare. Diretto da Maurizio Ponzi, il film vedeva la presenza dell'immensa Lucia Bosé, di Pino Colizzi (anche grande doppiatore) e dell'allora star Natasha Hovey (era l'amica disinibita Angelina).

A colpire però fu soprattutto la semisconosciuta Giulia Fossà, 28enne perfetta per il ruolo dell'adolescente Annetta, giovanissima ribelle che sogna l'emancipazione, vuole portare i pantaloni come i ben più fortunati maschi della sua famiglia (ma anche la minigonna), ama Nicola nonostante sia "disonorevole" e cerca di sottrarsi agli abusi dello zio. Che fine ha fatto la Fossà, 26 anni dopo? Curiosamente, l'attrice si è allontanata dalla carriera recitativa per fare tutt'altro: oggi è una nota giornalista, autrice di reportage e di saggi di politica estera.

Dai primi film al grande successo di "Volevo i pantaloni"

Benché abbia conosciuto la popolarità soprattutto grazie al personaggio di un'adolescente siciliana, Giulia Fossà è romana: nata nella Capitale il 22 settembre 1963, inizia a recitare giovanissima. Dopo aver avuto una figlia a soli 16 anni, nel 1980 ha un piccolo ruolo nel poliziesco "L'avvertimento", diretto da Damiano Damiani e interpretato da Giuliano Gemma e Martin Balsam. Seguono parti in "Il minestrone" di Sergio Citti (1981, con Roberto Benigni e i volti pasoliniani Franco Citti e Ninetto Davoli), nelle fiction televisive "La vela incantata" (1982) e "Benedetta & company" (1983) e in "Gli invisibili" di Pasquale Squitieri (1988).

La vera celebrità arriva proprio nel 1990 con il ruolo della protagonista di "Volevo i pantaloni". Paradossalmente, però, il successo da instant cult del film (oggi semidimenticato) non le porta molta fortuna: dopo "Non più di uno" (1990) con Renato Pozzetto, il Tv Movie "Vento di mare" (1991), "Caccia alle mosche" (1993, con Massimo Popolizio e Vittorio Mezzogiorno) e un altro film per la tv dello stesso anno, "Un amore rubato", Giulia lascia il mondo della recitazione. Ormai trentenne, la attende una nuova carriera, ben lontana dai set cinematografici.

La carriera di giornalista e regista

La Fossà si dedica con entusiasmo al giornalismo e alla regia, recandosi in zone "delicate". Ne usciranno i reportage documentaristici "Vulcano Kosovo", "Kosovo emergenza pace", "Umbria anno zero" (dedicato alla ricostruzione dopo il terremoto del 1997), "Missione sviluppo" (un'inchiesta sul lavoro nell'Italia meridionale) e "Pallone bianco pallone nero", dedicato alla violenza negli stadi.

Fin dagli anni 80 conduce inoltre diversi programmi tv, da "Disco Inverno" a "Pomeriggio sul Due". Nel 1997 scrive e conduce "Morning News", appuntamento quotidiano del Tg3. Nel 2002 pubblica il libro "La terza torre" per la Fazi Editore, un saggio sulla libertà dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 alle Torri Gemelle. Nel 2003 segue un'altra pubblicazione, sempre sulla politica americana: "The Bush Show – Verità e bugie della guerra infinita" per la Nuovi Mondi Media Edizioni.

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