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Gli 80 anni di Burt Reynolds, da giocatore di football a pilastro di Hollywood

Burt Reynolds, uno dei sex symbol più amati di sempre, l’11 febbraio taglia il traguardo degli 80 anni, ma la tempra, il fascino, la virilità e il talento che l’hanno reso un’icona di Hollywood, sono caratteristiche rimaste immutate. 74 film, una nomination agli Oscar e ancora tanta voglia di fare. Intramontabile.
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A cura di Ciro Brandi
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E’ uno dei più amati sex symbol della storia di Hollywood. Amatissimo dalle donne di tutto il mondo per il fascino virile e dagli uomini per i ruoli da duro nei film d’azione, il mitico Burt Reynolds ha al suo attivo ben 74 film, di cui 6 da regista, e svariate partecipazione a grandi serie tv. I film più noti della sua carriera – che ha avuto il picco massimo tra gli anni ’70 e ’80 – sono “Navajo Joe”, di Sergio Corbucci, “Un tranquillo weekend di paura”, di John Boorman, “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (ma non avete mai osato chiedere)”, di Woody Allen, “Quella sporca ultima meta”, di Albert Aldrich e tantissimi altri.

Il teatro, il football, la serie “Hawk, l’indiano” e “Navajo Joe”

Reynolds nasce a Lansing, in Michigan, l’11 febbraio 1936, da padre di origini irlandesi. Sin da subito, Reynolds si distingue per le sue grandi abilità sportive e, infatti, intraprende la carriera da giocatore di football. Purtroppo, a causa di un incidente, è costretto ad interromperla, scegliendo la strada della recitazione, sua seconda passione. Dopo aver preso parte ad alcuni spettacoli teatrali a New York, alla fine degli anni ’50 prende parte alla serie tv “Avventure lungo il fiume”, ma la vera popolarità arriva nel 1966 quando diventa protagonista della serie “Hawk, l’indiano”, dove interpreta il ruolo del detective John Hawk. Il primo film a cui prende parte è “Area B-2 Attacco! (1961) e, successivamente è il protagonista dello spaghetti western “Navajo Joe”(1966), del nostro Sergio Corbucci. Nel 1963 sposa l’attrice Judy Carne, ma il matrimonio finisce nel 1965. Grazie al suo fisico prestante, veniva spesso scelto per ruoli in film d’azione e avventura come “Quattro bastardi per un posto all’inferno”(1969) di Samuel Fuller e “Tropis – Uomo o scimmia”(1970) per la regia di Gordon Douglas, che, tuttavia, non gli danno la spinta giusta per emergere anche sul grande schermo.

“Un tranquillo weekend di paura” e “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso”

Con gli anni ’70, invece, la storia cambia decisamente. Reynolds gira, “Un tranquillo weekend di paura”, di John Boorman, nel 1972, probabilmente la sua migliore pellicola, candidata a tre premi Oscar. Sempre nello stesso anno, Woody Allen lo vuole per “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere)”, commedia in cui il sex symbol Reynolds interpreta il fantastico ruolo del Centralino del Cervello. Altri film importanti dello stesso decennio sono: “Vecchia America”(1976) di Peter Bogdanovich, “L’ultima follia di Mel Brooks”(1976) per la regia di Mel Brooks e “E ora: punto e a capo”(1979) diretto da Alan J.Pakula. Nel 1976, gira il suo primo film da regista, “Gator”, seguito da “La fine… della fine”, ma entrambi riscuotono scarso successo.

I grandi film degli anni ’80 e ‘90 e la nomination agli Oscar per “Boogie Nights”

Durante gli anni ’80, Reynolds gira ben 18 film, ma pochi degni di nota. Si distinguono solamente “La corsa più pazza d’America”(1981) di Hal Needham, “I miei problemi con le donne”(1983) per la regia di Blake Edwards che lo conferma come sex symbol mondiale, il sequel “La corsa più pazza d’America 2” sempre per la regia di Hal Needham e “Cambio marito”(1988) di Ted Kotcheff.  Nel 1981 ha modo anche di girare il suo terzo film da regista, “Pelle di sbirro”, seguito da “Scherzare col fuoco”, del 1985, ma sempre con scarso seguito. Dal 1988 al 1995 è stato sposato con Loni Anderson, con la quale ha adottato il figlio Quinton. Negli anni ’90, la sua stella torna a brillare con il ruolo recitando nel ruolo di se stesso ne “I protagonisti”(1992) di Robert Altman, con Tim Robbins, Vincent D’Onofrio e Whoopi Goldberg. La pellicola vince il premio per la miglior regia e il premio per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes. Nel 1994 dirige il film per la tv “Baby League – Piccoli campioni” e, successivamente, gira “La storia di Ruth, donna americana”(1996), di Alexander Payne e “Striptease”(1996) per la regia di Andrew Bergman, con Demi Moore, che fece incetta ai Razzie Awards, “Il mio amico Frankenstein”(1997) di Robert Tinnell e “Boogie Nights – L’altra Hollywood”(1997) diretto da Paul Thomas Anderson. Proprio in quest’ultimo film, Reynolds è nei panni del regista pornografico Jack Horner e riesce a portare a casa il Golden Globe cpme Migliore attore non protagonista e una nomination agli Oscar nella stessa categoria. Dal 1998, l’attore è fidanzato con la cameriera Pam Seals.

Le pellicole degli anni Duemila e i film in cantiere

Negli anni Duemila, il successo di Reyndols non si ferma. Infatti, gira il suo ultimo film da regista, dal titolo “The Last Producer” e poi prende parte a decine di film tra cui “Driven”(2001) diretto da Renny Harlin, con Sylvester Stallone, poi “L’altra sporca ultima meta”(2005) di Peter Segal, con Adam Sandler e Chris Rock e “Hazzard”(2005), diretto da Jay Chandrasekhar e ispirato all’omonima serie tv statunitense. Nel 2007 ha preso parte al film “In The Name of The King”, di Uwe Boll, con protagonista Jason Statham e, negli ultimi anni, ha preso parte a varie serie tv come “My name is Earl!”, “Burn Notice”, “Archer” e, attualmente, è nei panni di Ron Wicox nella serie “Hitting the Breaks”. Il 1° febbraio è uscito in USA l’horror “Hollow Creek”, dove Reynolds recita accanto a Steve Daron e Guisela Moro e, sempre nel corso del 2016, in USA usciranno altri due suoi film drammatici: “Hear My Heart” di K.C. Muskat e “Shadow Fighter”, per la regia di Alyn Darnay.

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