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“Grace Jones: Bloodlight and Bami”, il docufilm sull’icona della musica e della cultura pop

Sophie Fiennes ci porta in un emozionante viaggio nella carriera pubblica e nella vita privata della diva giamaicana che il prossimo 19 maggio compie 70 anni. La regista mixa sequenze musicali, riprese più intime e materiale personale per farci conoscere la persona che si nasconde dietro la maschera indossata dall’artista sul palco. La pellicola sarà al cinema solo il 30 e 31 gennaio, fan avvisati.
A cura di Ciro Brandi
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Il 30 e 31 gennaio, arriverà nelle nostre sale “Grace Jones: Bloodlight and Bami”, il docufilm dedicato all’iconica protagonista della musica e della cultura pop degli anni 80, diretto da Sophie Fiennes. Il film, presentato in anteprima alla 35esima edizione del Torino Film Festival, nella sezione Festa Mobile. Cantante, attrice, modella, la camaleontica Jones, nella sua lunghissima carriera ha pubblicato 13 album e preso parte a 15 film, “Conan il distruttore”(1984), “007 – Bersaglio mobile”(1985) e “Il principe delle donne”(1992) e il progetto della Fiennes farà senz’altro felici i suoi tantissimi fan.

Dietro la maschera di Grace Jones

Con “Grace Jones: Bloodlight and Bami”, Sophie Fiennes ci porta in un emozionante viaggio nella carriera pubblica e la vita privata della “pantera giamaicana” che il prossimo 19 maggio compie, incredibilmente, 70 anni. il suo stile elegante ed audace emerge nell’intero docufilm, creando un’esperienza cinematografica potentissima, accostando a contrasto sequenze musicali, riprese più intime e materiale personale per farci conoscere la persona che si nasconde dietro la maschera indossata dall’artista sul palco.

La doppia anima della pantera giamaicana

Il documentario è stato in lavorazione per ben sette anni e la doppia anima, pubblica e privata, di questa diva che ha saputo unire disco music, reggae e new wave, anticipando il trip-hop, viene fuori chiaramente ed è già contenuta nel titolo. Infatti la “bloodlight” è la luce che indica l’on air per gli artisti mentre il bami è un cibo tradizionale giamaicano (una focaccia fatta con farina di manioca) e ciò indica che l’obiettivo di mettere totalmente a nudo la star era già ben chiaro sin dall’inizio. La Fiennes ne coglie l’essenza di “zingara con le ali” che salta da un palco all’altro, in giro per il mondo, facendoci assistere a performance uniche, tra cui le famosissime “Slave To The Rhythm”, “Pull Up To The Bumper”, “Williams Bloods”e  “Hurricane”, quest’ultimo anche titolo del suo ultimo album pubblicato nel 2008, a 19 anni di distanza da “Bulletproof Heart”. Insomma, “Grace Jones: Bloodlight and Bami” è un evento imperdibile.

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