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Harvey Weinstein guarito dal coronavirus, è relegato nel reparto di salute mentale del carcere

Harvey Weinstein è guarito dal coronavirus, questo è quanto riportato dal DailyMail. L’ex magnate di Hollywood ha concluso la sua quarantena e adesso si trova sotto osservazione nel reparto di salute mentale del carcere di Wende Correctional Facility, nella zona est di New York, dove dovrà scontare 23 anni di reclusione per i reati di stupro e violenza sessuale.
A cura di Ilaria Costabile
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Harvey Weinstein, il produttore americano indagato e processato per lo scandalo sulle molestie sessuali, è guarito dal coronavirus. Lo scorso 22 marzo il Daily Mail riportava la notizia secondo la quale Weinstein era risultato positivo al Covid-19, per questo motivo era stato messo in isolamento. Probabilmente l'ex magnate di Hollywood aveva contratto la malattia nel carcere di Riker Island, dove è stato recluso alcuni giorni dopo il processo. Attualmente, seppur guarito, sarebbe ancora sotto controllo nel reparto di sanità mentale del carcere Wende Correctional Facility nella zona est di New York.

Weinstein è guarito ma è sotto osservazione

Stando a quanto riporta il quotidiano britannico, Weinstein dopo sue settimane di quarantena sarebbe ufficialmente guarito dal coronavirus, ma per paura che potesse fare gesti inconsulti il personale della struttura ha preferito relegare l'ex produttore nel reparto di salute mentale del carcere dove può essere controllato e seguito da alcuni esperti. Una fonte vicina alla testata si è dichiarato sorpresa dal fatto che il 68enne sia riuscito a sconfiggere il virus, dal momento che proprio di recente aveva avuto dei problemi cardiaci e da diverso tempo non godeva di ottima salute: "Pensavo che sarebbe stata la sua fine" ha dichiarato al giornale.

La condanna e il malore

Harvey Weinstein è stato processato e condannato a 23 anni di reclusione, da scontare nel piccolo carcere di Buffalo, nella zona est della Grande Mela. I capi d'accusa per cui è stato dichiarato colpevole sono i reati di violenza sessuale e stupro, che corrispondo a due delle cinque imputazioni. Subito dopo la conferma della condanna l'ex dirigente della Miramax si è sentito male ed è stato immediatamente portato in ospedale, prima di essere portato nel carcere di Riker Island dove avrebbe atteso la conferma definitiva della condanna.

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