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Hilary Swank: “Mi licenziarono da Beverly Hills 90210 e non mi hanno chiamato per il reboot”

Hilary Swank oggi sorride della decisione dei produttori di Beverly Hills 90210 di far terminare bruscamente la sua partecipazione alle riprese nel 1998. Recitò nei panni della madre single Carly Reynolds per appena 16 episodi. Oggi dice: “Mi licenziarono e non mi hanno chiamato per il reboot”.
A cura di Stefania Rocco
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L’attrice due volte premio Oscar Hilary Swank ricorda con filosofia, e una punta di soddisfazione, la decisione dei produttori della serie Beverly Hills 90210 di tagliare la sua partecipazione alle riprese. Nel settembre del 1997, fu chiamata a interpretare il ruolo della madre single Carly Reynolds. Le fu promesso che sarebbe stata protagonista del fortunato teen drama per almeno due stagioni ma il suo personaggio fu cancellato dopo appena 16 episodi, nel gennaio del 1998. Oggi la Swank torna con la mente a quel momento:

Evolversi è la cosa più creativa al mondo. Io iniziai in ‘Karate Kid’, in tante sit com da mezz’ora ma sono stata licenziata da ‘Beverly Hills 90210’ e non mi hanno chiamato per il reboot. Oggi le serie sono il cinema d’autore, la tv vive un’epoca d’oro. Il regista ha perso peso ma la narrativa è libera dalle catene degli studios.

Una diva due volte premio Oscar

La Swank ha già vinto due premi Oscar lungo l’arco della sua carriera. Il primo, nel 2000, lo guadagnò per il ruolo da protagonista nel film Boys don’t cry mentre il secondo arrivò nel 2005 con Million Dollar Baby di Clint Eastwood. La diva ricorda: “In fondo era un piccolo film e Clint è un uomo semplice e profondo che va diritto al cuore, che mi ha fatto ingrassare per mettere 10 kg e mezzo di massa muscolare e che, dopo il primo ring, mi ha detto: ‘Mi raccomando gli allenamenti’. Così seppi che mi aveva scelto”.

I copioni preferiti da Hilary Swank

Intensa sullo schermo, la Swank sceglie con cura i suoi copioni. Vincitrice di due Golden Globe e uno Screen Actors Guild Award, oltre a due Oscar, la diva ha imparato a centellinare le presenze, lanciandosi solo nei progetti che la convincono profondamente: “Nei copioni cerco sempre donne che non si arrendono, lottano, come la maestra di Anna dei miracoli, donne che indicano il sentiero. Sono ruoli profondi, che chiedono un prezzo, rimangono dentro a lungo, ma ti fanno sentire meno sola”.

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