Hollywood e le Twin Towers: dalla leggerezza della commedia all’impegno del documentario
11/09/2001. Tutti noi ricordiamo esattamente cosa stavamo facendo in quegli attimi, quando i due aerei colpirono le torri a pochi minuti l’uno dall’altro, e il successivo crollo sotto gli occhi delle telecamere di tutto il mondo. La data ormai è una sorta di spartiacque, rappresenta il crollo dell’invincibilità dell’Occidente, la guerra infinita con i popoli orientali. I testimoni di quell’immane evento, in ogni intervista, dicevano che sembrava di assistere ad un film, ma purtroppo era triste realtà.
Le Twin Towers, in pochi minuti, si sgretolarono come castelli di sabbia e oggi resta solo il ricordo e un cantiere perenne. Finora, sugli eventi del settembre 2001, sono stati girati circa 300 titoli, tra film, documentari e speciali televisivi. L’approccio ai fatti e il punto di vista (emotivo, narrativo, analitico, documentaristico) cambiano di volta in volta, dando vita ad un vero e proprio archivio cinematografico, in grado di analizzare quello che successe quel maledetto giorno in ogni minimo dettaglio.
A partire dagli anni ’70, molto prima della tragedia, le torri sono comparse in una miriade di film: “Serpico” (1973), “Three days of the condor”(1975), “King Kong” (1976), “Superman” (1978), “Escape from New York”(1981), “Staying Alive” (1983), “Ghostbusters 2”(1989), “When Harry met Sally” (1989), “Die Hard” (1995), “Indipendence Day” (1996), “Men in Black” (1997), “Deep Impact” (1998), “Being John Malkovich”(1999), “The art of war” (2000) solo per citare quelli più noti e importanti. Ovviamente dopo gli attentati, Hollywood ha cercato di non lasciarsi sfuggire una tale occasione, con risultati talvolta molto discutibili, ma di sicura presa sul pubblico.
Nel 2002 esce nelle sale “11-09-01”, diretto da Alain Brigand. La pellicola ingloba undici episodi – ognuno della durata simbolica di 11 minuti, 9 secondi e 1 fotogramma – affidati ad altrettanti registi (Samira Makhmalbaf, Claude Lelouch, Yusuf Shahin, Danis Tanovic,Idrissa Ouedraogo, Ken Loach, Alejandro González Iñárritu, Amos Gitai, Mira Nair, Sean Penn e Shohei Imamura) provenienti da 11 paesi diversi. Ognuno di loro ha affrontato l’evento a modo proprio, e non mancarono critiche alquanto aspre in Italia. Infatti, i media lo definirono irrispettoso e poco pertinente con la tragedia.
Nel 2004 è la volta di Michael Moore e del suo film-documentario “Fahreneit 9/11”. Il regista si scaglia violentemente contro l’amministrazione del Presidente statunitense George W.Bush. Precisamente, la pellicola verte sui legami segreti tra la famiglia del presidente degli Stati Uniti e quella di Bin Laden, ponendo l'accento su quelle che, a detta del film, sono state strumentalizzazioni politiche degli attentati dell'11 settembre 2001, con le seguenti campagne militari americane in Afghanistan ed Iraq. In merito ai legami fra le due famiglie, il film cita una serie di fonti, le quali evidenziano che erano entrambe investitori del Gruppo Carlyle. Dopo gli attentati, la famiglia Bin Laden fu costretta dalla direzione del Gruppo a liquidare le proprie quote. Il film ha rischiato fino all'ultimo di non essere proiettato negli Stati Uniti, in quantola Walt Disney Company, produttrice del film, si è pentita e ne ha bloccato la distribuzione, subendo numerose e pesanti critiche, soprattutto a fronte della vittoria della Palma d'oro al Festival di Cannes 2004.
Uno sguardo totalmente diverso è dato da “United 93”, scritto e diretto da Paul Greengrass, nel 2006, nominato addirittura agli Oscar e vincitore di un BAFTA. Il film racconta i fatti accaduti sul volo United Airlines 93 dirottato con l’intento di farlo schiantare sul Pentagono. L'aereo in questione non raggiunse il suo obiettivo grazie all'intervento eroico dei passeggeri e la pellicola tenta di fare un resoconto, quanto più fedele possibile, di questa versione. I produttori hanno dichiarato di aver lavorato al progetto in stretta collaborazione con i familiari di tutti i passeggeri coinvolti nella vicenda, soprattutto per la stesura della sceneggiatura.
La pellicola più nota e d’impatto girata su quegli eventi è, senza dubbio, “World Trade Center”, diretta da Oliver Stone, nel 2006. E’ raccontata la drammatica esperienza di due uomini, agenti della polizia portuale di New York, che furono coinvolti nell'attentato. I protagonisti sono Nicolas Cage e Michael Peña. Nella pellicola viene reso noto che sono 2749 le persone rimaste uccise quel giorno, 343 delle quali erano soccorritori. Ci sono state preoccupanti questioni iniziali sulla possibilità che il film volesse esaminare le teorie della cospirazione sull'11 settembre, poiché il regista Oliver Stone era famoso per aver fatto qualcosa di simile in alcuni suoi film (vedi “ JFK – Un caso ancora aperto”) e alcuni siti web promuovevano l'idea che il lungometraggio contenesse accenni sul complotto. Stone e i produttori hanno invece assicurato che il lungometraggio è un semplice omaggio all'eroismo e alla tragicità di quel fatidico giorno, senza alcuno sfondo politico-ideologico.
Nel 2007 è stato reso disponibile, solo in rete, il film no profit “Zeitgeist: The Movie”, basato sulle teorie del complotto relative agli attentati dell’11/09/01, diretto, prodotto e distribuito da Peter Joseph. Si tratta di un documentario diviso in tre parti, contenenti lo stesso messaggio. La prima parte parla della religione cristiana come mito, comparando la storia di Cristo con quella delle diverse religioni precedenti. La seconda rivisita gli attentati del World Trade Center in chiave cospirazionista, cercando di capire chi potessero essere gli artefici, chi ne abbia potuto trarre beneficio e se potevano essere evitati. Si sostiene che gli Stati Uniti fossero stati avvertiti da più parti sull'incombere degli attentati, e che lo stesso sistema di coordinamento dei radar del NORAD fosse stato deliberatamente messo in confusione attraverso la programmazione di wargame che per l'appunto inscenavano diversi attacchi terroristici contro bersagli civili e militari eseguiti con aerei di linea. In questo modo i veri aerei dirottati avrebbero potuto raggiungere i loro bersagli anche dopo più di mezz'ora dal primo attacco. Inoltre propone un'ipotesi su come i grattacieli del WTC avrebbero potuto essere distrutti con una demolizione controllata. La terza parte traccia un filo conduttore tra i grandi conflitti bellici che hanno coinvolto gli Stati Uniti, partendo dalla prima guerra mondiale sino alla seconda guerra del golfo, riconducendo il tutto alle logiche affaristiche dei maggiori cartelli bancari statunitensi e al ruolo principale della stessa Federal Reserve.
Tutti questi film hanno dato il loro contributo personale, con la fiction, con i documentari, analizzando le teorie complottistiche o semplicemente come testimonianza di quei momenti terribili. Si può essere d’accordo o meno, condividerne le idee o contrastarle, ma tutti questi lavori sono e saranno per noi un immenso patrimonio che non ci farà dimenticare quel giorno. Mai come in questo caso, il cinema ha raccontato la storia, e la storia è patrimonio di tutti.