Humpday, Lillo e Greg voci di un nuovo movimento
Mumblecore è il nome di un movimento cinematografico statunitense indipendente fondato sul bassissimo costo, sul racconto di rapporti interpersonali e sull’ampia improvvisazione di dialoghi e sceneggiatura. Primo film di questo tipo ad arrivare sui nostri schermi è Humpday (sottotitolo inutile Un mercoledì da sballo), commedia che racconta di due amici strettissimi che decidono un po’ per caso un po’ per sfida di girare una scena di sesso gay tra di loro, tra imbarazzi e ostacoli.
Per lanciare un film particolare come questo, vincitore del Premio del pubblico al Sundance Film Festival da cui è uscito anche il film sull'amore e la solitudine Adam ora nelle sale , l’Archibald (benemerita distribuzione che lanciato film come A Single Man di Tom Ford o Perdona e dimentica di Todd Solondz) ha fatto doppiare i due protagonisti da Lillo e Greg due comico e musicale di grande talento: “Il film era difficilissimo da doppiare – dichiara Lillo – perché gli attori erano naturalissimi, tanto che andavano a braccio spesso durante il film. E pensare che dovevamo cominciare piano la nostra avventura nel doppiaggio…”. Un film ironico ma anche pensoso (da qui il mumble del movimento, dal pensiero nei fumetti) che, oltre all'omofobia, parla anche di due stili di vita diversi, uno avventuroso e spirituale ma senza talento e uno più simile a una campana di vetro borghese.
“Lillo e Greg sono due veri attori oltre che comici – specifica la direttrice del doppiaggio Elisabetta Bucciarelli – il cui gusto e lo stile erano adatti per questo tipo di film, e proprio per aiutare il doppiaggio credo sia giusto avallare operazioni anti-conformiste come questa, che avrebbe spaventato anche un fior di professionista”. E proprio per darsi una mano a vicenda, i due si sono registrati separatamente le voci e le hanno sostituite da subito alla traccia inglese, per avere contatto con la familiarità delle proprie voci. “Ci avevano anche chiesto di adattare il dialogo a nostro gusto, ma non ce n'è stato bisogno, visto che piacendo o meno il film, c'era uno stile preciso che mi pareva giusto seguire”. Uno stile lontano anni luce da certe banalità nostrane tanto che afferma Lillo: “Non saprei se in Italia, cialtroni e volgari come siamo, avremmo potuto fare un film del genere senza infilarci battutacce e doppi sensi da caserma”. E se lo dicono due comici che con le limitazioni nostrane fanno i conti tutti i giorni, ci si può fidare.
Emanuele Rauco