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I 100 anni dal debutto di Charlot, simbolo di un’epoca mai passata

Esattamente un secolo fa, debuttava il vagabondo più amato del cinema, maldestro ma dal cuore d’oro, astuto ma con la dignità di un gentiluomo, capostipite della commedia moderna e simbolo degli emarginati dell’epoca.
A cura di Ciro Brandi
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Era il 7 febbraio 1914 quando Charlie Chaplin esordiva nel cinema muto col celebre personaggio di Charlot (The Tramp, il vagabondo) nel film “Charlot si distingue”. Hollywood era solo agli albori e sulla scena comparivano le avventure di questo vagabondo un pò maldestro ma dal cuore d’oro, astuto e con la dignità di un gentiluomo, capostipite della commedia moderna e simbolo degli emarginati dell’epoca.

"Charlot si distingue" e l'astuzia come arma di sopravvivenza

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Nel cortometraggio “Charlot si distingue” (“The Kid Auto Race”), la sua maschera era definita, la gestualità ancora da mettere a punto e il costume quello che l’ha reso celebre e amato nel mondo intero. Il corto era incentrato su una corsa di macchine di cartone per bambini, ripresa da un cineoperatore, e l’elemento comico era dato dal fatto che il vagabondo Charlot entrava di continuo nel campo di ripresa, disturbando con smorfie e pose strane l’operatore, che non riusciva ad allontanarlo. Il plot sintetizzava alla grande il senso dell’esistenza del personaggio: un uomo astuto che riusciva, grazie ai suoi escamotages e alla sua scanzonata furbizia, ad ottenere quello che gli serviva per sopravvivere.

Genesi ed evoluzione del vagabondo più amato del cinema

Il personaggio di Charlot, nacque da un’idea di Charlie Chaplin e del produttore e regista Mack Sennett, nel 1914. Chaplin aveva già stipulato un contratto con la Keystone Film Company e propose alla stessa di creare un personaggio  comico che usasse pochissimi dialoghi per esprimere le proprie idee, usando quasi esclusivamente il linguaggio del corpo. Dalla sua nascita, nel 1914, fino al 1940, Charlot diventa simbolo di quell’umanità che si scontrava ogni giorno con uomini di status sociale diversi dal suo. Il reietto della società, bersagliato dalla sfortuna e dalla cattiveria di questi personaggi, aveva come amico solo un cane (o qualche altro animale) e si consolava con l’amore per una bella ragazza, molto spesso del suo stesso stato sociale, vincendo contro il guascone di turno grazie alla sua astuzia. I film che seguirono questo filone sono “Vita da cani” (1918), “L’emigrante”, “Il monello” e “La febbre dell’oro”.

Charlot e la satira sociale

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Dopo lo Charlot buffone, inizia la fase dello Charlot satirico. Grazie alla sua verve, il personaggio sottolineò alla perfezione gli aspetti negativi della società degli anni ’30. Ne “Il vagabondo” e “Tempo moderni”, Charlot fa risaltare con estrema potenza la differenza tra la sua furbizia e la poca intelligenza dei suoi datori di lavoro, appartenenenti alla media o alta borghesia e dai comportamenti alquanto dittatoriali. Nel primo film lavora in una fattoria di un contadino che gli offre un impiego a tempo indeterminato ma gli fa fare turni massacranti, mentre nel secondo, il nostro Charlot lavora in un’azienda di metalli dove una macchina dovrebbe garantire l’ottimizzazione del lavoro ma, in realtà, si rivela un fiasco e la sua vita, assieme a quella degli altri lavoratori, diventa una catena di montaggio sfiancante.

Il cambio di rotta e i personaggi di Adenoid Hynkel e il barbiere ebreo

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Il cambio di rotta avviene a cavallo degli anni 1939-40. Con l’ascesa al potere di Adolf Hitler, iniziarono le persecuzioni contro gli ebrei e i sanguinosi conflitti della Seconda guerra mondiale. Chaplin decise che lo Charlot vagabondo doveva essere sostituito dal satiro puro, più tagliente e diretto. Il vagabondo lasciò, quindi, il posto a due nuovi personaggi: Adenoid Hynkel e il barbiere ebreo, presenti nel film “Il grande dittatore”. Hynkel era un chiaro riferimento ad Hitler e, a differenza  del fuhrer, Chaplin lo presenta come un uomo mediocre, odioso, narciso e in cerca unicamente del consenso del popolo, una caricatura di se stesso.

Gli Oscar più meritati di sempre

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Il personaggio di Charlot, oltre ad aver segnato un’intera epoca,  è stato il protagonista di oltre 70 film e ha fatto vincere a Chaplin due Oscar alla carriera, uno nel 1929 e l’altro nel 1972, ritenuti, tuttora, quelli più meritati di sempre. Ancora oggi, le sue avventure ci fanno ridere, sognare ed emozionare e, purtroppo, anche capire che quei tempi bui, durante i quali il vagabondo satireggiava contro il potere messo in mano agli stolti, non sono mai passati.

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