I 40 anni di “Una giornata particolare”, grido silenzioso di Scola contro la violenza del fascismo
Era il 19 maggio 1977 quando "Una giornata particolare", capolavoro di Ettore Scola con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, veniva presentato in concorso alla 30esima edizione del Festival di Cannes, per poi approdare nelle sale italiane nel settembre dello stesso anno. Pur non ricevendo premi in terra francese, la pellicola, fu accolta positivamente dalla critica e ottenne vari riconoscimenti internazionali, tra cui un Golden Globe come miglior film straniero e due nomination all'Oscar, per il miglior film straniero e miglior attore protagonista per Marcello Mastroianni.
Oggi, a 40 anni dall'uscita, è universalmente considerato un capolavoro ed è stato inserito nell'elenco dei "100 film italiani da salvare", progetto nato per segnalare le 100 opere cinematografiche che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978. Ed oltre alla memoria collettiva dell'Italia, "Una giornata particolare" ha cambiato il modo di raccontare l'omosessualità nel cinema italiano, segnando una frattura tra il profilo macchiettistico e caricaturale privilegiato fino a quel momento, e la dimensione esistenziale ed introspettiva messa in scena dal personaggio di Mastroianni, emarginato ed osteggiato da una società fascista incapace di accettare un essere umano che non sia "né soldato, né marito, né padre".
La trama
La giornata raccontata nell'opera di Scola è particolare sia per i due protagonisti, che per la Storia italiana. Si tratta, infatti, del 6 maggio 1938, data della storica visita di Adolf Hitler a Roma. Antonietta (Sophia Loren), casalinga semi-analfabeta, madre di sei figli, sposata con un impiegato statale fascista, conduce un'infelice esistenza di sottomissione al marito, relegata, come nella prassi dell'epoca, al ruolo di generatrice e allevatrice di figli da donare alla Patria e custode del focolare domestico. Per questa ragione, mentre il marito trascina tutti i figli ad assistere alla parata in onore del Führer, la donna è costretta a rimanere nel grande caseggiato popolare di costruzione fascista in cui vive (memorabile il piano sequenza iniziale, uno dei più lunghi e articolati della storia del cinema fino a quel momento, in cui Scola ci mostra l'edificio).
La palazzina è ovviamente semi-deserta e Antonietta, nell'inseguire un merlo indiano scappato dalla sua gabbia, finisce nell'appartamento del suo dirimpettaio Gabriele (Marcello Mastroianni), ex annunciatore dell'EIAR, la radio di Stato, licenziato per la sua omosessualità. Quello che la donna non sa è che proprio in quel momento il suo vicino, stanco della repressione del regime e della persecuzione attuata nei confronti degli omosessuali, stava per togliersi la vita. Assistiamo così allo straziante incontro di due solitudini, che si riconoscono e si confortano a vicenda, in un crescendo di vicinanza che culmina con un fugace ma appassionato rapporto sessuale.
Ma, come preannuncia il titolo, la straordinarietà della narrazione dura appunto lo spazio di una giornata: a sera Gabriele viene condotto al confino in Sardegna, mentre Antonietta lo guarda da lontano, subito richiamata a letto dal marito, che annuncia la sua intenzione di concepire il settimo figlio. L'incontro col vicino, però, non le ha cambiato solo la giornata, ma le ha donato anche una nuova consapevolezza di sé, delle sue potenzialità e della sua dignità di donna, testimoniata dal fatto che, prima di essere interrotta dal marito, Antonietta inizia a leggere "I tre moschettieri" di Dumas, regalo di Gabriele. Si tratta di un dettaglio emblematico che, oltre all'evoluzione della protagonista, simboleggia anche il trionfo della cultura sull'ignoranza, che, invece, rappresenta il presupposto fondamentale per l'attecchimento ed il consolidamento di qualunque regime totalitarista.
La produzione di "Una giornata particolare"
Il film è stato girato quasi per intero a Roma, in uno dei caseggiati di Viale XXI Aprile, i cosiddetti palazzi Federici, case popolari costruite negli anni '30. Tra gli autori del soggetto e della sceneggiatura, insieme al regista Scola, scomparso un anno e mezzo fa, e a Ruggero Maccari, c'è anche Maurizio Costanzo, noto giornalista e conduttore televisivo. Il produttore Carlo Ponti, marito di Sophia Loren, inizialmente ebbe difficoltà a reperire investimenti, ma alla fine, grazie a dei finanziatori canadesi, riuscì a recuperare la somma necessaria.
Una curiosità
Due delle interpreti della pellicola hanno un legame di parentela. Nel film Alessandra Mussolini, nipote di Benito Mussolini, attualmente europarlamentare nel gruppo del Partito Popolare Europeo, interpreta la figlia della protagonista femminile, Sophia Loren, che però, nella realtà, è sua zia. La Mussolini, infatti, è figlia di Anna Maria Scicolone, sorella minore della Loren, e di Romano Mussolini, quarto figlio del Duce.