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I 95 anni del maestro Franco Zeffirelli nei suoi 5 film essenziali

Il grande maestro fiorentino del cinema, del teatro e della televisione, il 12 febbraio compie 95 anni. Nella sua lunga carriera, ha girato circa 20 film per il grande schermo e 3 per la tv, dando sempre sfogo al suo grande senso estetico per le scenografie e per i costumi e alla sua passione per Shakespeare e le grandi tragedie del passato. Ecco, allora, 5 sue pellicole essenziali che non possono mancare nella vostra collezione di capolavori.
A cura di Ciro Brandi
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Il grande maestro del cinema, del teatro e della televisione Franco Zeffirelli, il 12 febbraio, compie 95 anni e, proprio l’anno scorso, ha tenuto col fiato sospeso il mondo intero per una sospetta polmonite. Nato a Firenze, Zeffirelli frequentò l’Accademia di Belle Arti della città ed esordì come scenografo nel secondo dopoguerra, curando il “Troilo e Cressida” del mitico Luchino Visconti, suo compagno per molti anni. L’esordio al cinema e a teatro risale agli anni ’50, quando curò alcuni grandi spettacoli per il Teatro Alla Scala, per il King’s Theatre di Edimburgo e per il Royal Opera House di Londra. Il primo (di 20) film per il cinema è stato “Camping”, del 1957, con Marisa Allasio, Nino Manfredi e Paolo Ferrari, che si rivelò subito un grandissimo successo. In seguito, però, il maestro si orientò verso le trasposizioni di grandi opere di Shakespeare, portando nelle sale “Romeo e Giulietta”, “Amleto” e “La bisbetica domata”, dando sfogo al suo grande senso estetico per le scenografie e per i costumi, che negli anni hanno conquistato anche l’Academy. Ecco allora 5 suoi film essenziali che non possono mancare nella vostra collezione di capolavori.

“La bisbetica domata”(1967)

Nel 1967, il maestro assoldò la coppia d’oro hollywoodiana formata da Elizabeth Taylor e Richard Burton, per portare al cinema il capolavoro di Shakespeare, incentrato sulla storia d’amore della ribelle Caterina e di Petruccio, nella Padova del 16esimo secolo. Inizialmente, il regista voleva Sophia Loren e Marcello Mastroianni nei panni dei protagonisti, ma le star italiane erano già impegnate in altri progetti. Resta il fatto che la pellicola fu un successo clamoroso di pubblico e critica, con incassi stratosferici anche negli Stati Uniti. L’Academy gli assegnò 2 nomination alla Migliore scenografie e ai Migliori costumi, ma il film vinse 3 David di Donatello (Miglior produttore, Migliore attrice straniera, Miglior attore straniero) e 1 Nastro d’Argento (Migliori costumi a Danilo Donati).

“Romeo e Giulietta”(1968)

Il viaggio di Zeffirelli nel mondo shakesperiano continua nel 1968, stavolta con la tragedia più nota di tutti i tempi, “Romeo e Giulietta”. Rimanendo fedelissimo all’opera del Bardo, il maestro volle un cast completamente anglosassone e il ruolo di Romeo Montecchi fu affidato a Leonard Whiting mentre quello di Lucia Capuleti ad Olivia Hussey, rispettivamente di 17 e 16 anni, proprio come gli originali. Zeffirelli da sfogo a tutta la sua raffinatezza ed eleganza, sfruttando al massimo le potenzialità della tragedia e avvalendosi anche della straordinaria colonna sonora di Nino Rota, che includeva il fenomenale brano “What Is a Youth”, scritto da Eugene Walter e cantato da Glen Weston. Il pubblico lo premiò ancora una volta e, solo negli USA, il film incassò 40 milioni di dollari solo negli USA e riuscì a vincere due Oscar – per la fotografia di Pasqualino De Santis e per i costumi di Danilo Donati – oltre a 3 Golden Globe – Miglior film in lingua inglese, Miglior attore debuttante a Leonard Whiting e Miglior attrice debuttante a Olivia Hussey e 1 BAFTA sempre per i Migliori costumi.

“Fratello Sole, sorella luna”(1972)

Beh, “Fratello Sole, sorella luna”, è forse il suo film più rappresentativo. Ispirata alla vita e alle opere di San Francesco d’Assisi, la pellicola ha come protagonista il bravissimo attore inglese Graham Faulkner mentre Zeffirelli scrisse anche la sceneggiatura, con la collaborazione di Suso Cecchi D'Amico e Lina Wertmüller. Il risultato è un film poetico, potente e con la solita cura per la messinscena che ha caratterizzato il maestro durante il corso di tutta la sua carriera. Ancora oggi, I costumi del film (creati dal fidato Danilo Donati) sono conservati alla Fondazione Cerratelli di San Giuliano Terme e indimenticabile è anche la colonna sonora di Riz Ortolani, con tre brani cantati da Claudio Baglioni. Capolavoro assolutamente da rivedere.

“La Traviata”(1983)

La trasposizione cinematografica di Zeffirelli della celeberrima opera di Giuseppe Verdi è arte allo stato puro. Pur dando il suo tocco registico e scenografico, il maestro si mantiene fedele alla storia della bella Violetta Valéry (Teresa Stratas), morente a causa della tisi. Il regista, con un lungo flashback, ci farà rivivere il suo amore per Alfredo Germont (Placido Domingo), l'unico uomo da lei veramente amato ma abbandonato proprio per non rovinargli la reputazione. Solo vedendola adesso, in punto di morte, Alfredo capirà quanto erano puri i suoi sentimenti. L’Academy lo candidò a 2 Oscar – Migliore scenografie e Migliori costumi – e il film riuscì a vincere 2 BAFTA per le stesse categorie e 3 Nastri D’Argento (fotografia, scenografia e costumi).

“Amleto”(1990)

Shakespeare e ancora Shakespeare. La passione per il grande poeta e scrittore inglese continua nel 1990 con la sua trasposizione di “Amleto”. Nei panni del principe di Danimarca volle il bel Mel Gibson e gli affiancò Glenn Close (Gertrude), Alan Bates (Claudio), Helena Bonham Carter (Ofelia) e Stephen Dillane (Orazio). La sceneggiatura è stata scritta da Christopher De Vore ed è rimasta molto fedele all’opera originale, inserendo comunque il suo grande gusto estetico e la sua enfasi. Le musiche sono state curate dal grande Ennio Morricone, la fotografia da David Watkin e il montaggio da Richard Marden. Puntualmente, arrivarono le due nomination agli Oscar alla Migliore scenografia, assegnata a Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo e ai Migliori costumi a Maurizio Millenotti e il David di Donatello al Miglior film straniero.

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