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I film tristi favoriscono l’obesità e il mangiare cibo in modo compulsivo

Secondo uno studio della Cornell University Food and Brand Lab i film tristi ci spingerebbero a consumare cibi spazzatura in modo compulsivo più di quanto facciano le commedie, per compensare in qualche modo la tristezza. Un effetto simile è generato anche dai film d’azione, in quel caso mangiamo seguendo il ritmo della scena.
A cura di Andrea Parrella
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La scena è nota a tutti: stesi o seduti su un divano a ingurgitare gelato al cioccolato mentre si riversano lacrime senza sosta. L'immagine che il cinema ci ha consegnato, soprattutto con film come Bridget Jones, è esattamente questa e proprio il cinema può essere uno dei principali motivi di ispirazione della tristezza che possa prendersi gioco di noi, dando vita, in automatico, a quell'inspiegabile intreccio tra malinconia e consumo di cibo in eccesso. E a quanto pare, ad alimentare questa dinamica sono in particolare i film tristi, anziché le commedie. E questo potrebbe apparire scontato in un primo momento, ma c'è anche un tentativo di spiegazione scientifica. Mangiare non è sempre qualcosa che dipenda dalla fame che si abbia, ma anzi, il più delle volte, come è noto, la fame è solo la maschera di uno stato emozionale particolare che ci conduce a consumare cibi salati, grassi e ricchi di zuccheri: il cosiddetto junk food, o cibo spazzatura se si vuole. Si tratta di una delle principali cause di obesità quando in un soggetto dominano problemi di instabilità mentale o emotiva.

A dimostrare questa connessione è uno studio realizzato dalla Cornell University Food and Brand Lab e pubblicata dalla rivista Jama Internal Medicine, che tramite uno specifico gruppo di lavoro che ha studiato gli effetti di due film di genere differente come Love Story  Sweet Home Alabama, riscontrando che la visione del primo film ha generato un consumo di popcorn superiore del 28 percento rispetto a quelli consumati per laseconda pellicola, molto più divertente e spensierata. Un'altra parte dello studio, portata a termine nel 2014 dallo stesso centro, ha studiato i comportamenti di un gruppo di studenti posti davanti a due tipi di contenuti diversi, intuendo che la visione del film d'azione The Island ha generato un consumo di biscotti, M&Ms e altri prodotti dolci pari al doppio di quelli consumati durante la visione di The Charlie Rose Show. "Guardando i film d'azione la gente sembra mangiare in relazione all'azione stessa del film", spiega Aner Tale, uno degli autori della ricerca "ma un film triste può anche causare una reazione emozionale che spesso si tende a compensare con il cibo".

Eppure c'è una speranza, perché gli studi, oltre ad aver riportato esiti discordanti in merito alle reazioni, hanno riscontrato anche come, sebbene i film tristi e d'azione generino fame compulsiva, non è detto che questa debba essere esaurita con cibi non sani. La sostanza è che, tendenzialmente, si è portati a consumare qualsiasi tipo di prodotto ci si trovi davanti. Tanto vale dunque, portarsi al cinema dei cibi sani.

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