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Il cinema italiano non teme la crisi

Nel 2010 i film italiani hanno conquistato il 10% in più del mercato rispetto al 2009: la crisi è finita o bisogna ancora aspettare?
A cura di Emanuele Rauco
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Buone notizie dal fronte degli incassi per i film nostrani: nel 2010 i film italiani hanno conquistato il 33,5% del mercato, con una quota di 10 milioni e 300 mila biglietti strappati, quasi 10 punti in più rispetto al 2009 quando la quota di mercato si attestava al 24,4%.

Merito di questo successo è di tutta una serie di film, cine-panettoni esclusi essendo un caso a parte, che ha agevolmente superato i 5 milioni di euro d'incasso in meno di tre mesi. Si parla del successo di Verdone, Io, loro e Lara con quasi 16 milioni, di Baciami ancora di Muccino (più di 9 milioni), Scusa ma ti voglio sposare di Moccia (6,7), La prima cosa bella di Virzì (6,1) e Genitori e figli: agitare bene prima dell'uso di Veronesi (5,8). Film che hanno risollevato le sorti dei botteghini tricolore.

Film importanti, secondo le dichiarazioni di Riccardo Tozzi di Cattleya, perché uniscono cinema d'autore, sguardo sulla società, ma anche lo spettacolo – sia di stampo comico sia drammatico – che il pubblico cerca quando va al cinema, reggendo la concorrenza di film come Alice in Wonderland; e se è vero come dice Alessandro D'Alatri, che il pubblico è cambiato col cambiare del cinema, viene da chiedersi qualcosa sul come e il perché di questo cambiamento. Dei 5 film nominati, solo quello di Virzì è un lavoro cinematograficamente e culturalmente interessante, mentre gli altri ripropongono formule, personaggi, situazioni, vecchie e svuotate di senso. E' il pubblico quindi a essere cambiato o il cinema, parafrasando Gloria Swanson in Viale del tramonto, a essere sceso alla sua altezza?

Emanuele Rauco

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