“Il film ’50 sfumature’ non andrebbe vietato, si potrebbe sempre guardare altro”
Questa sera andrà in onda, su Canale 5, in prima visione tv, il film campione di incassi "50 Sfumature di Grigio", con Jamie Dornan e Dakota Johnson uscito nel 2015, che generò tantissimo scalpore in sala. Il film più visto della stagione cinematografica 2014-2015, tratto dai best seller scritti da E.L. James nel 2012 e tradotti in decine di lingue in tutto il mondo. L'aspettativa nei confronti del film è altissima, tanto che Mediaset ha intensificato gli spot che annunciavano la messa in onda esclusiva del film, visto da moltissimi spettatori nelle sale oramai quasi un anno fa, ma non apprezzato da tutti, soprattutto per l'annuncio di scene hot che in realtà non si sono rivelate così promiscue.
Un sondaggio proposto ai lettori di Fanpage si proponeva di capire se la scelta di Mediaset di proporre il film in prima serata fosse giusta o sbagliata. Il risultato vede primeggiare la frangia di coloro che credono ognuno sia libero di fare ciò che vuole, compreso cambiare canale. Il 52% dei lettori infatti sostiene non sia una scelta eticamente scorretta perché si può scegliere di non vederlo. Più ristretta, ma comunque consistente, è la frangia di chi invece ritiene scorretta la scelta di proporre il film in prima serata, ritenendolo "non adatto ai più piccoli". Solo il 17 % si è invece espresso a favore dell'opzione "non credo che vietarlo faccia differenze".
La protesta del Moige: "Scelta eticamente scorretta"
Proprio in relazione alla messa in onda in prima serata del film si era messo in moto il Moige, l'associazione che ieri si affrettava a definire una scelta eticamente scorretta quella di proporre in prima time il film: "Scelta eticamente scorretta quella di Mediaset, decisamente lesiva per i minori che vengono televisivamente violati da una programmazione tv non adatta a loro, domani sera su canale 5 con la messa in onda del film "50 sfumature di grigio" – dice la Responsabile Elisabetta Scala -. Questa non è una televisione capace di esprimere rispetto verso le famiglie che credono nel valore sociale e culturale della tv che utilizza concessioni pubbliche. Chiediamo alle aziende inserzioniste di ritirare gli spot da programmi lesivi e irrispettosi dei minori".