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Il Giardino dei Finzi-Contini tra le tracce di maturità 2018: il film di De Sica dal romanzo di Giorgio Bassani

Il romanzo di formazione uscito tra le tracce di Maturità 2018 e scritto da Giorgio Bassani nel 1962, è diventato, come è il destino dei grandi romanzi, anche un film da Oscar. Diretto da Vittorio De Sica nel 1970, il film con Lino Capolicchio e Dominique Sarda si aggiudica l’Oscar al miglior film straniero nel 1972.
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Oggi, mercoledì 20 giugno 2018, gli studenti delle scuole superiori si misurano con la Maturità 2018. Tra le tracce per l'analisi del testo è venuto fuori Giorgio Bassani, l'autore de "I Giardini dei Finzi-Contini". Il romanzo di formazione, scritto dall'autore nel 1962, è diventato, come è il destino dei grandi romanzi, anche un film da Oscar. Diretto da Vittorio De Sica nel 1970, il film con Lino Capolicchio e Dominique Sarda si aggiudica l'Oscar al miglior film straniero nel 1972.

La trama del film

Nel 1938, i Finzi Contini sono una ricca famiglia ebrea di Ferrara. La promulgazione delle leggi razziali li condannerà ad un'esistenza difficile, il cui primo ostacolo è rappresentato dall'espulsione degli ebrei dal circolo del tennis cittadino. Così, la famiglia decide di permettere agli amici dei due figli, Micòl e Alberto, di frequentare il parco della loro lussuosa villa, dove c'è un grande campo da tennis. Sullo sfondo di una guerra sempre più vicina, la famiglia cerca di conquistare una nuova normalità.

Il cast del film

Nel cast del film Lino Capolicchio nel ruolo di Giorgio, Dominique Sanda in quello di Micol. Helmut Berger è Alberto Finzi Contini, Fabio Testi è Giampiero Malnate, Romolo Valli è il papà di Giorgio. Barbara Pilavin è la madre di Giorgio.

Le curiosità sul film e le differenze con il romanzo

Rispetto al romanzo di Giorgio Bassani, Vittorio De Sica non ha scelto l'io narrante per il film, che nel romanzo è rapportato allo stesso autore mentre nel film coincide con Giorgio, il protagonista. Il regista Alessandro D'Alatri ("I giardini dell'Eden", "Casomai", "La febbre"). Fu un grande successo di pubblico, mentre la critica fu discordante. Tullio Kezich ne parlò come uno dei migliori film di Vittorio De Sica nella seconda parte della carriera. Per Morandini, il film fu semplicemente melenso.

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