Il labrador di “White God” vince il premio Cannes “a quattro zampe”
E' il bellissimo Labrador Hagen, protagonista del film ungherese "White God" ad aggiudicarsi il Palm Dog Award 2014. Da diversi anni Cannes ha ufficializzato l'apertura nei confronti del mondo canino e il riconoscimento della categoria nel novero degli "attori" da premiare. D'altronde non è una novità quella di film nei quali siano gli animali a farla da padrone per quel che riguarda il dispiegarsi della narrazione. Basterebbe pensare ad Hachiko, il commovente film con Richard Gere nel quale non si intuisce se il vero protagonista del film sia lui o l'animale di razza nipponica. O ancora, altro esempio illustre è certamente il jack russell Uggie, protagonista del "The Artist" di Hazanavicius (Cannes non ha apprezzato il suo "The search" in concorso quest'anno), che è proprio uno dei precedenti più illustri ad essersi aggiudicato la Palma Dog, il riconoscimento che Cannes offre ai cani protagonisti dei film in concorso, è la sola manifestazione che contempla un premio di questo genere.
La battaglia con Roxy, il cane di Godard
Forse proprio per questo motivo sono stati diverse le pellicole che al Festival del Cinema di Cannes 2014 hanno annoverato amici a 4 zampe nel cast, oppure hanno incentrato l'intera narrazione sul mondo canino. Hagen, dicevamo, ha in realtà vinto inaspettatamente il suo premio. Non perché non lo meritasse per la sua bellezza, ma perché i concorrenti avevano il loro motivo di attendere alla vittoria. In particolare, in pole position sembrava esserci Roxy, cane meticcio protagonista della pellicola di Jean Luc Godard Adieau au langage. A rendere speciale il cane contribuiva il fatto di essere di proprietà proprio del maestro Godard, che gli ha dato persino un cognome, quello della moglie. Ma forse è in virtù del forfait dello stesso regista, che non apprezza molto la rassegna cinematografica, che la scelta si è indirizzata su Hagen, il quale si è dgoduto la meritata passerella e le migliaia di foto. Il film di cui è protagonista, diretto da Kornel Mundruczo e inserito nella rassegna Un certain regard, racconta di una Budapest improvvisamente invasa dai cani a causa di una legge statale che impone una pesante tassa sui meticci.
Contendenti sfortunati che fanno una brutta fine
A contendere lo scettro allo splendido labrador non c'era tuttavia solo il cane di Godard. Altri amici a quattro zampe si sono messi in mostra, forse in ruoli con esiti meno fortunati. va ad esempio citato il bulldog nel non autorizzato film Saint Laurent, che muore con grande dolore del suo padrone dopo aver ingerito causalmente delle anfetamine. Non è da meno il cane presente nella pellicola di Cronenberg Maps to the stars che muore a causa della follia di una baby star, decisa a sottoporlo al gioco della roulette russa (inutile raccontare il prosieguo). Anche il branco di The Rover non può dirsi fortunato, visto che si tratta di una storia nella quale i cani vengono abbandonati dai padroni a causa della crisi economica.