Il presunto spacciatore di Hoffman era amico di Amy Winehouse e Basquiat
Il nome di Robert Vineberg è emerso pochi giorni dopo la morte di Philip Seymour Hoffman in relazione alle ipotesi che potesse avere a che fare con la vendita di stupefacenti che hanno ucciso l'attore, facendo sì che fosse trovato morto nel suo appartamento di New York. Il musicista e amico di diversi artisti ha negato, interrogato dalle forze dell'ordine, di essere responsabile del decesso dell'attore, anzi ha aggiunto l'avesse visto l'ultima volta ad ottobre dello scorso anno, sottolineando di averlo sentito solo una volta al telefono a dicembre 2013: "Avrei potuto salvarlo se avessi saputo che era in quello stato". Tuttavia la figura di Vineberg continua a tingersi di legami ed amicizie che potrebbero alimentare una riflessione ancor più profonda: il musicista infatti fu amico, molto vicino, di altri artisti che si sono ritrovati a morire molto giovani, in modo non troppo diverso da quello che è capitato a Hoffman.
Negli anni '80 fu infatti a stretto contatto per diverso tempo con l'artista Jean-Michel Basquiat, entrato nella factory di Andy Warhol, che morì nel 1988 proprio di overdose. Ma non solo, perché legata a Vineberg è stata anche Amy Winehouse, la talentuosissima cantante morta a poco più di 28 anni a causa di un mix di abuso di alcol e droga. Non è provato che la Winehouse e Vineberg avessero fatto uso di droghe insieme, tuttavia non c'è dubbio che la coincidenza di queste morti della stessa tipologia abbiano tutte il filo rosso di un nome che ricorre.