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“Il ragazzo dal kimono d’oro”, il film con Kim Rossi Stuart compie 30 anni

Il film di Fabrizio De Angelis, con Kim Rossi Stuart e Ken Watanabe, usciva il 3 settembre 1987 e, sin da subito, fu massacrato dalla critica che lo definì una brutta copia di “Karate Kid”, del 1984. Oggi, è un piccolo cult divertente e godibile, che conta addirittura 5 sequel.
A cura di Ciro Brandi
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Il 3 settembre 1987 usciva in Italia “Il ragazzo dal kimono d’oro”, il film sulle arti marziali diretto da Fabrizio De Angelis con protagonista un giovanissimo Kim Rossi Stuart. La pellicola racconta la storia di Anthony Scott (Rossi Stuart), un 15enne che parte da Boston per raggiungere suo padre nelle Filippine, un giornalista in crisi con la moglie. Qui conosce Maria (Jannelle Barretto) e viene a sapere che apprenda che nella cittadina si aggira Quino (Enrico Torralba), un giovane dedito a violenze di tutti i tipi che, un giorno, manda a fuoco il negozio dei genitori di Maria. Anthony cerca di ribellarsi ma viene massacrato di botte e lasciato nella foresta.  A soccorrerlo ci penserà il vecchio Kimura (Ken Watanabe), un maestro karateka che gli insegnerà le tecniche delle arti marziali per battere Quino.

"Il ragazzo dal kimono d'oro": brutta copia di "Karate Kid" o cult degli anni '80?

Ok, è inutile negare che il film di De Angelis (che si firmò con lo pseudonimo di Larry Ludman) fu massacrato dalla critica alla sua uscita. Sin da subito, la pellicola fu ritenuta una mera imitazione, riuscita male, del celeberrimo “Karate Kid – Per vincere domani”, diretto da John G. Avildsen e uscito nel 1984. I critici lo definirono approssimativo, scontato, girato male, soprattutto nelle scene che dovevano colpire di più lo spettatore, e cioè quelle dei combattimenti, ritenuti difettosi e addirittura da cinema trash o di serie B.

C’è da dire, però, che Kim Rossi Stuart, al suo esordio come protagonista di una pellicola “importante” e con una produzione internazionale, già dava segni di un talento da coltivare che poi sarebbe esploso qualche anno dopo e, comunque, De Angelis volle affiancargli anche altri due bravi attori come Ken Watanabe e la bella Janet Agren. Tralasciando i discutibili effetti speciali di Rene Abadera e le musiche di Simon Boswell, si può dire che in giro, anche all’epoca, c’era molto peggio e, nonostante l’abbattimento da parte della critica, il film oggi è un piccolo cult che rivediamo sempre con piacere, seppur con qualche risatina nostalgica suscitata da alcune ingenuità che potevano essere evitate, ma proprio per questo risulta godibile e divertente. E non finisce qui perché “Il ragazzo dal kimono d’oro” non termina la sua corsa al primo capitolo ma conta ben 5 sequel, di cui solo il secondo capitolo fu girato ancora da Kim Rossi Stuart, sostituito poi da Ronn Williams, e anche una serie composta da 6 film per la televisione.

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