Jafar Panahi arrestato a Teheran
Il regime iraniano continua imperterrito la sua spietata repressione contro ogni forma di dissenso e desiderio di libertà del suo popolo stringendo la morsa anche su artisti e intellettuali dell’opposizione. A farne le spese questa volta è una delle figure più illustri nel panorama cinematografico internazionale, il regista Jafar Panahi, arrestato ieri sera a Teheran insieme alla moglie e alla figlia .
Panahi è una delle voci più autorevoli e critiche tra le file dell’opposizione al presidente Mahmud Ahmadinejad. Già il 30 luglio dello scorso anno il regista, la moglie e la figlia erano stati fermati mentre presenziavano ad una commemorazione pubblica in onore di Neda Aga-Soltan, la giovane iraniana uccisa dalle guardie del regime durante una delle tante manifestazioni di protesta che hanno seguito le contestate elezioni presidenziali di giugno. Successivamente al regista era stato impedito di lasciare il paese in occasione dei festival cinematografici di Mumbai in ottobre, e di Berlino, il mese scorso.
Jafar Panahi, nato e vissuto da sempre a Teheran dove studia all’Università del cinema e della televisione, ha debuttato al cinema nel 1995 con Il palloncino bianco, che gli vale la Caméra d'or al Festival di Cannes. Nel 1997 a Locarno vince il Pardo d'oro con il film Lo specchio, incentrato sulla difficile condizione della donna in una società islamica. Lo stesso tema lo ritroviamo ne Il Cerchio premiato a Venezia nel 2000 con il Leone d’oro. Seguono nel 2003 il premio della giuria nella sezione Un certain Regard a Cannes con Oro Rosso e l’Orso d’argento a Berlino nel 2006 per Offside, la storia di un gruppo di ragazze che a Teheran si travestono da maschi per poter assistere ad una partita di qualificazione ai Mondiali di Calcio.
Enrica Raia