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Jerry Calà si sfoga: “Forse non odoro di sinistra e non invoglio i registi”

L’attore si lascia andare in un’intervista rilasciata a Il Giornale, sottolineando come da un certo punto della sua carriera sia stato escluso dal mondo dello spettacolo: “Oggi una fiction ce l’hanno tutti”, dice. Ma non ha rimpianti: “Ho una carriera meravigliosa, ma penso di poter dare ancora molto al cinema”.
A cura di Andrea Parrella
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Che il confine tra il mondo della politica e quello dello spettacolo sia labile, spesso impercettibile, è cosa evidente soprattutto nel tempo che stiamo vivendo. Se c'erano dei dubbi, a dare una risposta alla domanda esistenziale ci ha pensato Jerry Calà, con un'intervista rilasciata oggi al quotidiano Il Giornale. L'attore di origini catanesi si è lasciato andare a uno sfogo, relativo alle offerte lavorative scarse giunto al suo indirizzo da un certo punto della carriera in poi.

"Sembra quasi che a Roma ci sia una compagnia di giro che prende tutti i ruoli. Alla luce degli incassi, sembra che il pubblico si sia stancato", dice Calà, che fa un'allusione non solo geografica ma politica, quando dice che da questo giro ne è fuori perché "forse non odoro di sinistra e non invoglio i registi. Per carità, non è una lamentela, soltanto una amara considerazione".

Ma la questione non attiene solo alla sfera cinematografica, ma anche quella televisiva, dove in effetti Jerry Calà compare più in forma di ricordo nostalgico per i suoi film, che dal vivo. E su questo punto precisa qualcosa di interessante: "Siamo nell’epoca in cui una fiction ce l’hanno tutti".  Tutti tranne lui, vuole intendere. Fischieranno le orecchie all'amico Lino Banfi, gloria della fiction italiana che ha annunciato pochi giorni fa l'inizio di un nuovo progetto con Al Bano.

Ma Calà, che se non ne è protagonista primario, ha certamente capito quali sono le tendenze linguistiche di questi anni, accenna a una descrizione di se stesso dai tratti eroici: "Sono un indie del cinema e della tv". L'intervista non è solo questo, l'attore si perde tra i ricordi di carriera e racconta i progetti per il futuro, immaginando diversi scenari. Poi un appello finale, quando si giunge alla puntuale e immancabile, ma mai banale domanda sul bilancio di vita e sui rimpianti:

"Nessuno, ho una carriera meravigliosa. Ma ora sento il desiderio di andare “oltre” il one man show, ho un nuovo aspetto, un’altra maturità, penso di potere dare ancora molto al cinema, molto di più di quanto abbia dato finora".

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