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L’orrore della Shoah nel documentario che scioccò Alfred Hitchcock

Nel 2015, a 70 anni dall’orrore dei campi di concentramento, verrà mandata in onda la versione integrale di un documentario risalente al 1945, che sconvolse anche un maestro dell’orrore come Alfred Hitchcock.
A cura di Daniela Seclì
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"È un video atroce. Eppure è lucido e possiede una profonda umanità ed empatia grazie a quei cameraman che, senza alcuna direzione, sono riusciti a catturare una testimonianza toccante. La visione lascia storditi, ma ci sono anche elementi di speranza" è così che Toby Haggith, curatore del dipartimento di ricerca del War Imperial museum di Londra ha descritto a "Independent", quel documentario che tanto scioccò Hitchcock. Per comprendere l'accaduto, occorre tornare con la mente al 1945. Le unità dell'esercito britannico e russo, si recarono muniti di telecamere a documentare la liberazione di Bergen-Belsen e altri campi di concentramento. Pensavano di registrare un frammento di storia e invece si ritrovarono a imprimere nella pellicola un orrore che ancora copre di vergogna il genere umano. Cadaveri impilati e corpi scheletrici che si trascinavano nel fango. Si registrarono ben sei bobine di pellicola con l'intento di creare un documentario che facesse vergognare i tedeschi.

Per il progetto venne ingaggiato Alfred Hitchcock, che con il macabro aveva una certa dimestichezza. Quando il regista visionò il materiale, però, ne fu sconvolto. Non si presentò ai Pinewood Studios per una settimana. Lasciò delle indicazioni sulle caratteristiche che avrebbe dovuto avere il prodotto finale ma non si presentò nello studio di montaggio. Il film non fu mai terminato. La lavorazione, infatti, comportò molto più tempo del previsto e il clima era, ormai, cambiato. Toby Higgith ha spiegato:

"Dopo quasi un anno il bisogno di mostrare quel film era svanito. Gli alleati, a quel punto, decisero che era meglio non sbattere quelle immagini in faccia ai tedeschi perché non avrebbero aiutato il processo di ricostruzione del dopoguerra"

Così, cinque delle sei bobine vennero dimenticate in un museo. Nel 1984, però, una versione incompleta del documentario venne presentata al Festival di Berlino. Tuttavia la qualità era pessima e il lavoro incompleto. Con la tecnologia odierna, però, è stato possibile recuperare la nitidezza delle immagini. La versione integrale del documentario, dunque, sarà trasmessa dalla tv inglese nel 2015 per celebrare i 70 anni della liberazione dell'Europa da quel regime totalitario. Ci si chiede, però, se un tale lavoro possa avere davvero una funzione rieducativa. Billy Wilder, che diresse Death Mills, film che s'incentrava proprio sull'orrore dei campi di sterminio, sosteneva che se lo scopo è provare a rieducare, allora queste pellicole non possono essere utili.

"I tedeschi, messi di fronte a scene dell'olocausto, non riuscivano ad affrontarle, chiudevano gli occhi, se ne andavano dalla sala. Erano per loro impossibili da sopportare e quasi indecenti per le vittime e per le loro famiglie."

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