Le origini del narcotraffico in “Oro Verde – C’era una volta in Colombia” al cinema dall’11 aprile
Cristina Gallego e Ciro Guerra sono i registi di “Oro Verde – C’era una volta in Colombia”(“Pájaros de verano”), straordinaria pellicola presentata alla Quinzaine des Realisateurs all’ultimo Festival di Cannes con ma selezionata anche per la short list degli Oscar come Miglior film straniero, anche se poi non è riuscita a rientrare nella cinquina finale. Nel film, i registi raccontano le origini del narcotraffico in Colombia attraverso la storia di una famiglia indigena wayuu, capitanata dalla forte Ursula (Carmiña Martínez), che farò affari d’oro col commercio della marijuana negli anni ’70. La situazione precipita tragicamente quando all’interno della famiglia si scontreranno avidità e onore.
I registi, riguardo questo avvincente e impressionante viaggio all’interno del capitalismo allo stato puro, hanno detto:
Si tratta di un film di gangster e spiriti. Un film su una famiglia, una storia di donne di potere forti, intuitive e resilienti che aspettano il ritorno di uomini, inconsapevoli, impulsivi, che parlano, trattano e si danno da fare Intuizione contro ragione, innocenza contro vendetta, parola contro onore. Tutto per raccontare l’immane sciagura che ci avrebbe maledetto per sempre. Raccontato per una volta in modo intimo, come una brezza che sembrava essere arrivata per rinfrescare e che invece diventa una tempesta devastante. Quello che rappresentiamo è la faccia vera del capitalismo allo stato puro. Il nostro jayeechi, il nostro canto degli uccelli.
La sceneggiatura del film è stata scritta a quattro mani da Maria Camila Arias e Jacques Toulemonde Vidal mentre la straordinaria fotografia è di David Gallego. Il montaggio è stato curato da Miguel Schverdfinger invece le musiche sono state composte da Leonardo Heiblum. Prodotto da Blond Indian Films, Bord Cadre Films Ciudad, Lunar Producciones, “Oro Verde – C’era una volta in Colombia” sarà nei nostri cinema a partire dall’11 aprile.
La trama
Cristina Gallego e Ciro Guerra narrano le origini del narcotraffico colombiano attraverso la storia epica di una famiglia indigena wayuu. Un clan famigliare, con a capo una donna Ursula, che si trova coinvolto nel boom del successo del commercio di marijuana ai giovani americani negli anni ‘70. Quando avidità, passione e onore si scontrano, si scatena una guerra fratricida che metterà in gioco le loro vite, la loro cultura e le loro ancestrali tradizioni.
Il cast
Carmiña Martínez (Ursula, la madre), José Acosta (Raphayet, il genero), Jhon Narváez (Moises, l’amico) e Natalia Reyes (Zaida, la figlia) sono gli unici attori professionisti della pellicola mentre il resto del cast è formato da: José Vicente Cotes (Peregrino, lo zio), Greider Meza (Anibal, il cugino) e Juan Bautista Martínez (Leonidas, il figlio).
Le curiosità sul film che dovete sapere
1. Ciro Guerra ha definito la sua opera un film noir che ha anche qualcosa del western, della tragedia greca e dello stile dei racconti di Gabriel Garcia Marquez.
2. Quello raccontato nel film è il periodo denominato “bonanza marinbera”, tra gli anni ‘70 e ’80, in cui l’esportazione di cannabis negli Stati Uniti si è concentrata particolarmente nel deserto de La Guajira – dove è stata girata la pellicola.
3. I registi hanno selezionato – dopo lunghe ricerche – gli attori non professionisti in alcune rancherie, le abitazioni tradizionali del popolo wayuu nella regione di La Guajira.